Pègaso - anno III - n. 3 - marzo 1931
342 E. Pea glioccia ebbe la forza di rispondere : - No ! - E gli stava davanti, imperterrita e senza battere ciglio di quegli occhi cattivi. E guar– dava il Rettore come per dire: « mo, non mi fai paura!)). Ora l'aspetto della Figlioccia era veramente quello di una d!oinna fuor di sé: posseduta dal maligmo, tremavl:I,, avvampava, irngialliva. Impietrita davanti al Rettore, oombattuta tra la voglia di esplodere in u:na vampata d'ira e lo sforzo di un freno, per rimanere almeno immobile, senza abbandonarsi alla furia di un'azione delittuosa. E passò, così, qualche attimo, in silenzio. Anche quelli che er.amo in cucina smisero d[ parlare e rimane– vamo in ascolto presso la porta appoggiata. Il vecchio era contrariato. Avrebbe voluto svignarsela ma il ragazzo dormiva, e per aindar via bisognava ,passare dal corridoio. E con quel serpente di ]'iglioccia era bene evitare incontri. Dall'uscio, socchiuso a bocca di cane, il voochio vedeva le spalle del Rettore in ombra, e la figura solenrne circondata dalla luoo dell'orto. Vedeva i capegli bianchi, di quella bella testa, che pareva facessero raggiera alla croce trapunta d'oro, nel mezzo della stola, le cui due guide, appoggiate sulle poderose spalle, facevano rigonfia e luccicante sul collo. La Figlioccia, che stava nell'orto rivolta in qua, rimaneva occul– tata dalla persona del Rettore quasi totalmente. Il vecchio avrebbe voluto vederla nel viso la FigHoccia oosì tutta sconvolta dall'ira. Doveva essere straina e bella, agli occhi del vec– chio bisbetico. L'idea della indemoniata gli garbava, a questo vecchio eretico : ed una parentela in questo senso, veramente c'era tra questa donna e lui. Una parentela che quasi era ct:ipadre e di figlia. Il vecchio aveva udite le parole arrogainti contro i preti, tali quali avrebbe potuto dire lui quando era giovane. E questo spirito da chi lo aveva ereditato, una donna qualunque dei monti ? E oo– minciò a sentirsi come 1 responsabile di quel demoniaco furore. Il Rettore aveva alzato il tono della sua vooo : - Tu non sei figlia del vecchio. QÙando ti sarai fatta marnsueta, ti vergognerai di avere calunniata tua mad'.re. Da troppi anni il maligno è tuo padrone dispotico. Ma da oggi tu sarai affrancata dalla sua schiavitù. In questo sito aleggia lo Spirito Santo. E questa è aria che il ma-ligino rnon può respirare. Il maligno non può vivere qui, oome i pesci non vivono fuori d'acqua. Io sento che il tuo respiro si fa affannoso, Figlioccia: è il maligno che sof– foca e trema dentro di te. Lo abbiamo scovato dal suo nascondiglio, ora è nostra preda. - Esci spirito immondo ! - tonò forte e ferma la voce•del Rettore. Poi si feoo persuasivo, alla Figlioccia che non si era scossa d'i nulla. BibliotecaGino Bianco
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