Pègaso - anno III - n. 3 - marzo 1931
338 JìJ. Pea Si fece il segno della croce, due volte. Ed il vecchio stava serio ; era quasi commosso. . . Il ra-gazzo, lo avevaJI10portato le due perpetue 'iin cucina. Ed il cappellano aveva raggiunti le perpetue e il ragazzo, poco dopo. Le perpetue si erwo poste intomo alla tavola d[ marmo, che era in mezzo alla cucina e su cui erano alla riinfusa piatti e bic– chieri, parte adoprati e parte ancora puliti: e la pietanza avanzata di quel desinar,e strozzato e un cwestrino di noci, UJI1a forma di cacio pecorino incignata sopra una tavoletta di legno, ed un :fiasco ammezzato di vino bono. E nella zuppiera che non {umava più, un fondiigliolo di minestra fredda. Ma qua1I1do a.I ragazzo dissero che .se fosse stata calda gli avrebber,o dato un piatto di minestra, il ra,gazzo fece capire che l'avrebbe mangiata aJI1checosi. Le perpetue misero allora al collo del ragazzo u,n tovagliolo come si usa ai bimbi più piccoli; tutte le donne sono mamme latenti e queste due perpetue sorridevaJilo al ragazzo, come se si trattasse di un loro :figliolo, e quasi :fingendloselopiù piccolo di quello che era. La perpetua giovwe accostò la sedia, su cui il ragazzo stava seduto, più vicino al tavolo, solleva-ndo il ragazzo e la sedia con un po' di fatica. L'altra versò la minestra in una scodella fonda e con un ramaiolo schiumò il sego che si era rappreso in tondo. Il cappellano schiacciava le noci a due a due nel palmo della mano, come in una morsa. E le due noci combaciando tra loro, dalla parte dove il guscio è più largo, l'una stritolava l'altra, con il fra– gore di un legno secco che si tronchi. Schiacciava le noci ancora pecchiate dalla corteccia del mallo e distribuiva la polpa pulita alla vecchia perpetua, alla sorella; una la metteva davalllti al piatto del ragazzo ed una la mangiava per sé. - Adesso, ventre mio fatti capa,nna, - pensava il ragazzo nel Yedersi mettere li, a,nche le noci belle e smalliinate. E tosto che il ragazzo ebbe finita l~·minestra, le perpetue si alzar,ono tutte e due, una levò il pia tto e l'a.ltra con un mestolino raccolse, nel vassoio d'ella pietam.za , i pezzetti di ca-rne rin;tasti che non eram.o avanzi di nessu no. E sce lse le patate men,o unte di ragù, tanto da farllle una porzione abbondaU1te. Intanto l'altra perpetua tagliò una fetta di pane al ragazzo. E gli porse una forchetta, mettendogliela pr,oprio in mano come si fa ai bimbi piccoli. - Mangia fin che vuoi, - diceva la giovame, e quando non ne vuoi più, lascia pure. E l'altra perpetua gli empi un bicchiere di vino: - Se no muri a secco, bimbo mio caro. - E lo custodivano con premurosa m~terna trepidazione. La gioia di un bimbo a tavola, forse, non c'era stata mai in quella BibliotecaGino Bianco
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