Pègaso - anno III - n. 2 - febbraio 1931
I capricci del/' Adriana 185 tozzo di pane che reggeva dall'altra, e si dkeva che in quella riu– inione piacevole, la pisana avrebbe parlato male di lei_ Era, questa, U1I1a donna giovanissima, scaltra, di belle forme, dalla capigliatura di un color biondo ramato in giovevole contrasto con le sopra{',Ciglia foltissime e nere. L~occhio aveva grande, grande il bianco attraver– sato da riflessi bluastri, e la pupilla di nessun preci so• colore, ma piuttosto U1I1 misto di verde e castamo : ora appassionato nel guar– dare, or malizioso, ma più spesso, sopra queste due, ironico e pungente. La bocca era grande anch'essa e bene ornata di candidi denti, lunghetti e sgranati dalle gengive. Con l'Adriana, si cono– sceva,no poco di persooa e assai di fama, che è la posizione più ind,i– cata per farsi la guerra, e forse se si fosser conosciute meglio sa– rebbero doventate amiche, com'è di quasi tutte le inimicizie senza ragione. La pisama avrebbe parlàto male di lei, si diceva la cantante, e lei non sarebbe stata presente per ribattere, che ne nascevano dei duelli sottili, condotti con garbo col sorriso sulle labbra fra, la · dissimulata attenzione e le insinuazioni coperte degli astanti. In quel giorno poi la sua antagonista troverebbe terreno favorevole e alle sue risatine squillanti farebbe eco la giovialità catarrosa del grassone. Ne echeggerebbero le volte dorate dell'Albergo di Francia. Ma il marchese aindava visto più che udito, ché la sua compostezza non disdegnava una mimica a,ccorta, sol che fosse· visibile nei pre– senti il desiderio di ridere a,d ogni costo. Anche pensò a una gene– rosa difesa del Mercatini, e sentì una grande simpatia per quel giovame, freddo e insieme impetuoso. Il silenzio che avrebbe seguìto le parole di lui, colmo di significati, e i sorrisi toMo torno ammic– canti, le sarebbero giunti graditi come indice prematuro di una possibile avventura. Si alzò a mezzo dallo sgabello, sporse la mano per prendere uin sorso di quel vino, ma il giovane contadino pronto :•laprevenne, le riempì il bicchiere. Ella lo ringraziò con un sorriso, che mosse sul volto bruno di lui un rossore. All'Albergo di Francia parlavano di lei, che si trovava qui, fra questi contadini, ed era stato uno sdegno ben strano, un'idea curiosa a condurvela. Quasi le sembrava, adesso che la sua vita dovesse trascorrer ivi, in povertà meschina, e che quella dovesse doventare la sua casa, tra quella gente, né era bastevole smentita la. ricca veste a quest'orrido sogno. Immaginò anche le feste del pomeriggio, la presenza del Duca e il grande org,oglio dei suoi amici, degnati da lui di una parola gentile, di un complimento per una dote di bellezza. Era giovane e galante, amava le belle donne ma non disprezzava le brutte, sol che possedessero un qualche più intimo vezzo, era francamente sen– suale. Aveva il volto oblungo, la fronte ampi;:i, e il mento esiguo; ma la bocca dalle labbra gros8e, tumide e accese come per febbre, argomentava di un appetito ingordo. Ella avev_a maincata l'occa– sione d'essergli presentata, ed' era come rifiutare una protezione che BibliotecaGino Bianco
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