Pègaso - anno III - n. 2 - febbraio 1931

180 A. Bonsa-nti c1s1: i gesti della donna al focolare erano uguali e silenziosi, l'ai– faccendarsi della ragazzina leggero e sileinzioso pur esso : questo e quelli si potevano seguire come fra una nebbia ovattata che sfu– masse i co!Iltorni e 1110n desse suono a1cu!Ilo, e il guizzare delle fiamme affascinando lo sgua,rdo, si mutava in un gran punto lu– minoso'. Poi una gallina comparve sulla soglia, sbirciò dentro al– ln!Ilgando il collo a più riprese, lamciò il suo coccodè e sod'disfatta si allontamò, impettita e sospettosa;' uin barroccio passò non lontano, e qualcuno che c'era sopra cantava: il canto si dileguò col rotolio; uno scalpicciare giunse dall'aia e si videro presso la porta ombre sostare alquanto, e spai-ire. In quell'istante la massaia, levato il cal– derotto dal fuoco, rovesciava la pasta dorata sul tagliere : più che gli altri rum,ori fu il battere dell'orlo del recipiente contro il legno che scosse l'Adriana dal suo dormiveglia. Sollevò la testa, spalancò gli occhi, girò intorno lo sguardo, sorrise e disse: - Ho dormito. - Ci so1ncinque miglia di qui al Gatto Nero, - disse la buona donna mentre col mestolo batteva e a1·rotondava la polenta. - Ma se la Sigmora è venuta per la sco-rciatoia, come mi è p11rso di intendere, ci avrà messo meno. E se dopo mangiato vorrà riposarsi, c'è la mia camera,. Il letto è da poveri, ma pulito, e i sacconi SO!Il rifatti d'ora con foglie nove. Ci si stll, teneri come sopra la la1na. - Son venuta per quella stradetta che gira di dietro la locanda e conduce di sori)resa a questo borgo, - disse la camtante. - :È una valle stretta, nascosta, un piccolo panorama meraviglioso. Siamo lontami dal mo1ndo. Pensava a quanto aveva, visto durante quel travagliato cammino e ciò che le aveva dato, pia.cere, lo risvegliava adesso altrettanto gagliardo e benefico, ciò che le era stato indifferente, dovemtava anch'esso vivo e gradevole, un po' fantastico nel rievocarlo. - No11 ho incontrato quasi nessuno, - riprese: - Una donna con un bimbo, degli uomini che lavoravano la terra. La donna portava sul capo una cesta che le doveva pesare. Ma la vostra casa già, mi era apparsa di tra i rami e nel viale ho intravisto un giovane andarsene con un caine al fianco. - Sarà stato mio figlio, - disse la donna, - si chiama Nello. Si era, avvicinata alla tavola portando il pane, e rimase lì ferma con le mani intrecciate sul grembo. - Om viene, - aggiunse: ~ :È andato nella stalla a riporre gli arnesi. Si capiva che non aveva soggezione della sua 01-1pite improvvi– sata, ma ciò non escludeva il rispetto. - Vedete, - disse l'Adriana, - stamani a dir la verità mi sono arrabbiata. Mi sono 11rrabbiata con la mia cameriera - spieo-ò _ . d" 1 ' 0 ' e sono uscita 1 casa al a ventura. Ma ora sono contenta di quel gran girare che ho fatto. BibliotecaGino Bianco

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