Pègaso - anno III - n. 2 - febbraio 1931

178 A. Bonsanti dubitò di sfamarsi in qualche luogo. Cammililam.dovide una frasca pendere sopra lliil uscio spalancato, dal quale usciva odor dli vivM1de. Era un'osteria e certamelilte le avrebbero fatto credito, ma gettato ulilo so-uardo nell'interno scorse u,n antro buio, fumoso, dove uomini voci~ti sedevai:no in!Ilanzi a tavoli Illudi, e l'oste al camino attiz– zava u!Ilgran fuoco infernale. Ella, temette lo stupore di ,quella gente, o-li so-uardi volti su di lei l'imbarazzo di una- spiegazione qualun- - , que, le ripugnò il locale sudicio soffocante, !Ilon -ardi entrare. I~ quell'ora gli abitanti stavam.o ra.coolti illelle case intorno ai deschi e la via rimaneva deserta, ma quei pochi che videro passare l'Adriana, le tenner dietro co!Illo sguardo finché IIlOnscomparve, e per più giorni narrarono agli altri, attenti e increduli, di una gran signora vagamte. Raggiunta la piazzetta, la caintante ·scorse u!Ila ragazzina accanto alla fontam.a. Riempiva questa due brocche lu– centi: come si volse al rumore dei passi, l' Adriam.a credette di riconoscere in lei la mammina intravista nell'aia, intenta a nutrire un bamboccio. Quando la ragazzina s'avviò, portando a fatica quel peso, la cantante le tffilllledietro senza UIIlpensiero determi!Ilato, ma come all'unico volto amico che le fosse avv'enuto di ililcontrare. La ragazzina cammi!Ilava piano e di trunto ilil tanto si soffermava; la cruntante che la seguiva famtasticrund'o si fermava anche lei, impa– ziente di vedere il cascinale apparire, poiché era stanca,, ,stanchis– sima e si era ormai decisa a chieder ivi ospitalità a chiunque vi abitasse. La portatrice d'acqua noill osava guardarla apertamente, ma spiava di sottecchi, curiosa. Di quel passo lento e coill quelle soste giunsero fuor del paese, fecero quei cento metri di via maestra, svoltaro!Ilo illella stradicciola, varcarono u!Ilcancelletto rustico spa– laillcato e si trovarono fra i campi, percorsero un viottolo stretto e sboccarono !Ilel viale dei lauri, i!Il quel punto medesimo ilil cui un'ora prima erano apparsi alla cantante il giovrune conta.di! Ilo e il suo crune. L'Adriana non era amcor giunta alla filil e del via le, che già la ragazzetta e:r:aarrivata all'uscio; ma qui, ililvece di entrare, posò le brocche a terra, si v-oltò, e vista la sig!Ilora sconosciuta ve– lilirle direttamente incontro, chiamò a più riprese : - Mamma, mamma; venite u!Il·momento, che c'è gente; - e stette aid aspettare a testa bassa, che la cam.tante, attraversata l'aia, le si fermasse vicino. - Chi è? ci ho la polenta al fuoco, - rispose· una voce. - Venite, mamma, è una Siginora, - insisté la ragazzina. -_ Posso e1;1-tra-re ·io, cara, - di_sse la cruntrunte, - posso en- trar 10, ·'- e già faceva per varcare la soglia quamdo la donna ap– parve. Reggeva nella sinistra, il manico del calderotto fasciato da U!Ilcenci-o per noill scottarsi, e nella destra il mattere llo ool quale veniva tuttavia rimenando la pasta gialla fumam.te . ·_ Ci ho la polenta, - ripeté, ma alla vista della, canta nte tacque e fermò il BibliotecaGino Bianco ·

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