Pègaso - anno III - n. 2 - febbraio 1931
I capricci dell'Adriana 177 ma le occorreva la pace solenne dei templi, lo scintillare degli altari ric,chi di luce, le voci salmodianti 1n coro, la vista della pietà co– mune, per sentire il bisogno della preghiera e la minaccia del ca-– stigo; e a condurvela, il peso e i dolori di una miseria, la speranza di una consolazione che nessun altro le offriva; e era poi un modo anche quello, e dei più frequenti, d'inchinarsi, cli fare :tmmenr1a. - Venite in questi luoghi Santi quando ogni altra 9orta v'è chiusa, - tonavaJn,o i predicatori dal pulpito. Il pa,dre confessore lo aveva fatto delicatamente sentire all'Adriana, e questa ora, quando intoppava in una chiesa, v'entrava. L'Adriana, adesso, genuflessa da-vanti a quell'altare povero e inconsueto, fatto un rapid'o esc1me di coscienza, pregava il pndono per le colpe commesse in quella travagliata mattina. Vanità e su– perbia, cattivi pensieri e compiacenze, collera, i mpazienza, enume– rava, e chiedeva: Miserere 1nei, Deus, e s 'accusa.va ,: Tibi sol-ipeccavi, quando sopra la sua testa un campanone a nnunciò il mezzogiorno e i rintocchi si propagarono sotto la volta con un cupo rombo, men– tre s'udivano al di fuori espaindersi argentini. Nell'istrunte in cui si liberava il volto dalle mami, e alzava con un moto involontario lo sguardo al soffitto, udì dietro a sé un dabattare cauto, feltrato. Si voltò. Una donnetta era entrata da una porticina laterale e facendo il giro della chiesa and'ava accomodando le suppellettili degli altari, si assicurava che le lampade ardessero tuttavia. Non aveva anc6ra vista la cantante, o la doveva avere scambiata per qualche comare del paese colta da uno scrupolo improvviso; finito che ebbe il suo giro, fece udire quel caratteristico rumor di chiavi che, -;cosse in quel modo e in certe ore determinate da,gli scaccini e nelle chiese di tutto il mondo, han sempre voluto dire: - Vattene, che ,ii chiude. - Ma intanto si era avvicinata alla cantante: poté allora .accorgersi che non era nna donna del paese, ma una signora in ricche vesti. .Si fermò stupita e perplessa, chiedendosi certamente cli dove fosse venuta costei, e che cosa dovesse fare, star lì, andarsene, parlare alla sconosciuta o tacere: si decise infine, si voltò, e riposte le chiavi nella tasca del grembiule, se ne rito~nò per d:ove era ve– nuta. L'Adriana capì, affrettò le preghiere e le concluse, ma già dietro l'usciolino si udiva un bisbigliare di voci, già si facevano sulla soglia la donnetta di poco prima e un prete anzia'llo, bonario, dai capelli quasi bianchi. L' Adria,na si alzò lieta e leggera, inchinò gli altari, pasRando innanzi al F-acerdote gli fece una riverenza, alla quale costui meravigliato non rispose, uscì dalla chiesa, attraversò la piazzai; raggiunto l'imbocco della via, si .oltò e vide i due se– guirla dal portico con lo sguardo attonito, indi riprese il suo cam– mino. Fu allora che si accorse di aver fame e nello stesso tempo pensò che non ave,·a denari: questi casi insoliti la resero allegra, né 12. - Ptoiuo. BibliotecaGino Bianco
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