Pègaso - anno III - n. 2 - febbraio 1931

170 A. Bonsanti che legato sotto il mento le faceva da be[lda e. da so~golo; il v?lto cosi fasciato era placido, accaldato per la fatica. Giovane ~ncora, era di certo la madre del bambino che, smesso il suo folleggiare, le si teneva aggrappato alle sottane, smentendo, la timidità d!ell'atto con lo sguardo dei suoi occhi !Ileri, levato senza paura i!Ilvolto •alla cantante. L' Adri3Jlla sorrise alla donna e al bambino. Passata che fu, la donna disse: - viooi, - e liber-ata u!Ila mano dall'orlo della ce.'lta, prese quella del bimbo e pros,eguirono·. Fu la camtante che si volse a guardare. Il bimbo adesso ca-mmi!Ilavacalmo e composto; d!ovela strada più agevole permettev•a un passo meno lento, il bimbo si m3Jllteneva di corsa al fianco della madre. Presto raggiunsero l'albero che la canta!Ilte aveva da poco lasciato, lo oltrepassarono, furono dove la strada varcava il dorso stretto e 111udo del colle levati soli e nitidi contro il cielo r•osa; oltre quel dorso sparirono, prima il bimbo, poi la madre e ultima fu la cesta rigo!Ilfia, coperta da un faz– zoletto a quadri rossi e blu. Allora, anche l'Adriana riprese a cam– minare. Le piogge dei giorni precedenti, solcate i!Il-mille rivoletti le pe111- dici, incontrato il sentiero a mezza costa, s'eran raccolte e messe per questo, tramutandolo ben presto in un tempora!Ileo, ruscello, e i ciottoli che ne formavano il fondo, divelti dallo scorrere co111ti!Iluo è rabbioso dell'acque che li' scioglievano dalia terra, erano rimasti allo scoperto e rendev3Jllo adesso faticoso e difficile il cammino met– tendo a dura prova le scarpette leggere dell'Adriana la quale, sino al terminare dell'erta, dovette porre ogmi cura nella discesa. GiU111to al fo111do, il sentiero s'allargava e ammorbidiva fra i terreni coltivati, che apparsi piani e distesi dall'alto erano invece tormentati la lor parte e, prima di placarsi dove la valle sboccava in pianura, scen– deva,no più o meno dolcemente a bafae strette e .sottili che filari di viti delineavano sull'orlo, i quali, intersecando i fossati rivolti se– condo l'asse della discesa, ·filllivano di riquadrare il terreno, divi– dendolo in campi più o meno vasti e regolari. La maggior parte di questi era coltivata a grano e sullo stelo verde spuntava allora la spiga; altri, sotto la zolla scoperta, .custodiv3Jllo il seme di messi di– verse, granturchi e saggine forse, e già se ne .scorgeva a fiore il verzicare. Qualche raro castagno qua e là risvegliava il ricord'o dei boschi, e erano grandi e di molto fogliame ma di poco frutto; accom– pag,navano co111 un po' d'ombra agli olivi e agli alberi della pianura. S'incontra-v3Jllo caparnne costruite di ba,ssi muri innalzati in qua– drato con pietre e detriti raccolti li presso, e l'ossatura del tetto a, spioventi di grosse pertiche legate da salci robusti all'u!Ilioo trave e:a ri~operta di p~glia annerita. U111 uomo che vangava a un tir~ di sch10ppo dalla- via, un altro che leg-ava tralci ai sostegni, ristet– tero e salutar,ono la cantante levandosi il cappello con un o·esto ampio del braccio. - Buon giorno, - essa rispose quasi alle;ra e BibliotecaGino Bianco

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