Pègaso - anno III - n. 2 - febbraio 1931

1 capricci dell' Adria.na 165 quel modo che sarebbe stato il giusto: - Come faccio? Cosa metto? Non posso farmi vedere così ! Ebbe un impeto •d'ira, volle strapparsi cli dosso il vestito, ridurlo in brandelli, ma non llle trovò la forza, mortificata e stainca. Stette con le mani abbamd-0nate lungo i fianchi e si sentì i,nfelice. - Quanta stoffa sciupata! - diceva la Maria: - È un pec– cato! - e si vedeva che soffriva di non sapere rimediare. L'Adriana attraversò la stanza, entrò nell'anticamera; avvici– natasi alla finestra sollevò le tendine. La cameriera le aindò dietro. - Vai dal conte, Maria, - disse la cantante: - Senti se può vooire un momento. La cameriera uscì. Nella strada tre cavalieri eramo in gruppo vicini all'ingresso, uno appoggiato allo stipite si batteva sugli stivali col frustino, altri due stavano sull'-0rlo della gora e guardavano una ra-gazza irn vesti succinte, chima sullo specchi-Od'acqua, trarne secchie per i cavalli che degli staffieri reggev.MJ.oper le briglie racc-0lti poro •l'iRCostoirn un breve spazio erboso. In quel mentre, con un rumore di tuono sotto l'amdrone, carrozza e berlina venivan tratte all'apert-0 e facfwano la loro figura, raccomodate alla meglio e lustrate. Condussero anche le bestie apparigliate, due per la carrozza, quattro per la, berli1J1a,le tennero per un poco in libertà coi finimenti cio!lldoloni, poi, a una voce dell'albergatore, le misero alle stanghe. Uno staffiere venne a dare una ma1J1-0, ma più consigliò che non pagasse di persona; un altro, stringendo nella sinistra le briglie di un destriero, cercava occupare la d'estra sulle forme opulenti della ragazza dal secchio 1n quale, compiacente, si scostava di quel tanto che rendeva inutile la sua ritrosia, e ascolta1J1dole parole del galante, rideva mostrando senza risparmio i denti sani e golosi; un terzo e· un quarto infime, anzianotti, a éui era rimasta la guardia- delle restanti cavalcature. brontolavano contro i compagni e li chiamavan-0 fannulloni. Da) gruppo dei tre un cavaliere si distaccò, grasso, ed era quel.tale dilet– tamte in scienze mediche. Si fece in mezzo alla strada, alzò lo sguardo alla facciata della locanda, scrutò le finestre. L'Adriana svelta la– sciò cadere la tendina. Fermo su due gambe grosse, corte, arcuate, bene in vista l'epa abbonda•nte, come pavoneggiandosi, fece muli– nello col frustino, si stirò con la mano il basso del pMl.ciotto bianco immacolato. - Queste signore non giungono, si rendono preziose, - disse : - E scommetterei cento contro uino che, vestite di tutto punto e !l;ià da tempo, stamno sedute nelle loro poltrone, ovvero sbirciano dietro le imposte in attesa che passi quella mezz'ora ch'è ritardo di pram– matica. Fare aspettare aspettando, - concluse, soddisfatto del suo ,dettame, e guardò in giro i suoi compagni silenziosi: - E voi, mar– .chese, Yoi che siete benvisto dalle dame, il preferito, il beniamino, BibliotecaGino Bianco

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