Pègaso - anno III - n. 1 - gennaio 1931

64 A. Baldini Non ,è il caso d'imitarlo. A occhio e croce mi pare che il popolo francese di mo111ete di nuovo co111io non ne desideri, anche se prenda volentieri co'rrentemente. di resto i vecchi palanconi col pizzo e i mustacchi di Napoleone terzo : e, contento lui, contenti tutti. Il problema è di sapere se quelli che parla1no come il colonnello de Ve– siins credono davvero a quello che dioono o se parlano così solo per mantenere viva una certa sugge:stione, vivo un certo mito. Certo si è che gli scrittori d'ell' A . . F. hanno un'abilità straordinaria a far risalire la oolpa di qualsiasi disagio, disgrazia, flagello, fosse pure il maltempo e la psittacosi al fatto che la Francia ha messo da parte la mona,rchia . .A,dogini scosserella- e brointoHo di tuono dicono: È fiinita, èccolo, ci siaimo. PJccolo sarebbe lui, Monsignor di Guisa; ècco•l'a sarebbe lei, Maçla.ma; ed èccoli sarebbero tutti e tre, Monsi– ginore, Ma,dama e Delfino. (Sì, 3ispettali!). Certo, uno che capiti in una, riunione di realisti, camelots du Roi) Ligueitrs e Étudiants d)A.. F., non può a, meno di restar colpito dal– l'em.tusiasmo di tutti quei giovanotti dalle guancie di melarosa, ed è un fatto che gran parte della gi,ove:ntù studiosa sarebbe pronta a partire in guerra sui due piedi per Daudet, per Maurras, pel Del– fino e magari pel Maresciallo Ney; ma se esci dall'atmosfera ub– hria.cante dell'a,dummza e arrivi in mezzo aHa folla che traffica e fai tanto d'affacciarti un momento ai quartieri operai, sooti subito che la forza, per aidesso e per chi sa qua,nto, sta anc6ra tutta da quella parte e che ci vuol altro che forza di polmoni e ciambelle di corone rinnovate ogni tanti mesi. Heine, noin so più dove, ra,cconta la, storia ,d'un medico che fa un'infinità di tentativi per riattaccare al busto la testa di Luigi ·sedici. Inutile. « Quando un re ha perduto la testa , i.on gli .si può proprio far più nie!Ilte ». 'ì1 gemnaio. - La sola cosa che gli si possa fare è pregare, ,sem- mai, per l'atnima sua: cosa che i realisti fanno scrupolosamente tutti gli anni con solenni uffici iufl.lebri nella chiesa di Saint Ger– main l' .Auxerrois, antica par:vocchia d'ei Reali di Frrun,cia, nella ricorrenza annuale della ,sua morte. Chiesa affollatissima, d'UJlla folla che uon è certo quella delle altre feste comandate. Che aria di palazzo ! che facce da pinacoteca ! e se in fondò alla chiesa, sotto il pale one dell'organo, rnornci fosse un pieno di camelots che met– tono una nota più fresca di vita, che convegno di cariatidi! che adunata d1 spettri! Basta guardare il profilo degl'intervenuti per rendersi conto che i più bei vecchi nomi di Francia ci debbono esser tutti. Credo che uin genealogista qui si troverebbe nel suo elemento, nel fitto della selva degli alberi fargati di famiglia. Bisogna averli visti, questi vecchi realisti impettiti e incartapecoriti, 00111 le due BibliotecaGino Bianco

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