Pègaso - anno III - n. 1 - gennaio 1931
32 S. d'Amico ceda finalmente il luogo a quello dell'ordilile sereno, e della serena creazio1t1e.Bisog111a che l'attore prepari la sua parte, che il diret– tore sia direttore, che l'amministratore si'a amministratore. Biso· o·na insomma a<Ccettare,!Iloncome una conclarnna ma oome una libe· ;a,zio!Ile, lo spirito IIluovo; immettere anche il comioo italiano IIlel campo già occupato d'a tutti i suoi oonfratelli. Sarà il solo modo per rida,rigli l'occasione di riconquista.re il primato perduto. Dopo quel bolilario e impossibile s ogno che fu, nel '900, la « Casa di Gold<oni >> del grande Novelli (l'uomo più in·adatto a, creare un Teatro modeMo), e dopo quella « Stabile Romana» di Boutet, che certo si deve oolilsiderare il più serio e fecond'o saggio di ulila IIluova e stabile organizza,zione teatrale, quanti tentativi, e quante soOIIl· fitte! La diffiooltà più g-rave alla vit•a d'una stabile ilil Italia nasce, a;ppunto, dalla sua stabilità: se il pubblico italia1t10va poco a teatro, è necessario cambiare molti spettacoli; questo è possibile a u!Ila compagmia di giro, che si trattiene al massimo un mese o due 1t1ella stessa città, e poi va a portare gl'identici spettacoli in un'altra; ma quanti spettaooli bisog111eràmettere i1t1 ·scena, per intrattenere lo stesso pubblico otto mesi e più ? Pe:r questo, dopo u,na. permanenza più o meno breve nelle loro città d'origine, tutte le stabili tentate fra noi, da quella di Boutet a quella di Praga, e poi a quella d:i Piran<lello, si tl'ovaro1t10co– strette a levar le tende, e a riprendere il volo. Pirandello non aveva voluto, nel. suo Odescalchi, nemmeno costruire la buca dell'•odrato suggeritme. Ma,, per compagnie forzate all'improvvisazione-, abolire il suggeritore sigmifica raddoppiarlo, ossia, metterne due fra le quinte: e poco dopo anche lui, come là Pàvlova, dovette richiama.re il faleg111ame, e collocare al suo posto la «cuffia». Perciò Niccodemi, volendo far vivere la compagnia sua, norn si pose nemmeno un istante il problema della stabilità; anzi la at· trezzò subito per condursela appresso, non solo ilil tutta Italia, ma in America e in Spagna. E cornseguì, certamente, apprezzabili ri– sultati di pulizia e d·'eleganza, forse i migliori ottenuti fra noi du· rante l'ul timo decenrnio; ma rimanendo nella lililea iraidizionale no!Il cream.do nessuno -stile nuovo, non esercitando nessuna profo1t1d~in– fluenza s ull'arte del tempo. Influenza che, i!Ilvece, si proposero i « picooli teatri», sorti diilettantescamente, come fulilghi fra il '20 e il '25, a Roma e a iMilano. E come funghi infradiciaro~o, dopo le prime piogge, tutti meno uno, quello di Bragaglia; sul quale IIlOn ridiremo qui il giudizio già dato altrove, affettuoso ma per forza di cose, essenzialmente 1I1egativo. ' No: quanto ad attori IIluo,vi, stile nuovo, messinscena nuova, se se llle escludono saggi sporadici di questo o quel capooomico coraggioso, specie della Pàvlova che ha fatto miracoli (ma la Pàvlova non è nata, in Ita1ia), le,cose nornso1t10mutate gram che. Il pubblico, BibliotecaGino Bianco
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