Pègaso - anno III - n. 1 - gennaio 1931

LA ORISI DEL TEATRO. I. Parleremo, tamto per cambiare, sulla crisi del Teatro. Perché sul fatto che il Teatro, intendiamo il Teatro drammatico, sia in condiziOIIli gravi se .no!Ilproprio disperate, e illon soltanto in Italia ma anche all'estero, pa,re che nolll ci siano dubbi. Le pole– mièhe che si fa!Ilno da noi si ripetono press'a poco in tutt'i p.aesi del mondo; e ai coogre·ssi che la Société Universelle du Thééìtre tiene ogni amno, coill la partecipazioille di Ni,ppresentanti di tutte le Nazio111i, in questa o quella città europea, si può dire che non si parli d'altro. I pessimisti asseriscono a,ddirittura: non è una crisi, è l'agonia; il Teatro muore: Né mancruno i 111ecrofori, i quali arnnun– ciano ch'è già morto, morto assassinwto; e l'assassino si chiama: Cinematografo. Ier l'altro, cioè imperando il Cinematografo muto, Bontempelli dichiarava: « Pei letterati, a teatro, più !Iliente da fare>>. Oggi i profeti del Cinema parlato sembrano disposti a rifare rnello spettacolo U!Ilposrtici!Ilo alla parola, ma avvertehdo : « solo sullo schermo; ché lo spettacolo !Iluovo è questo, e se Shakespeare ha da rinascere si manifeste:rà qui». Gli spettatori disertano le sale dove l'attore si esibisce, in ca-r!Ilee ossa, sui palcoscenici; fra p'oco i teatri si chiuderaamo, o tutt'al più rimarranno, in minimo numero, come U!I1 passatempo aristocratico, per i!Iliziati. La vita del grande Teatro, fatta di comunione fra i poeti, gl'i!Ilterpreti e le folle, è finita. De profundis ? Senonché quando il morto è un vecchione come questo che cornta, almeno per quel che se !Ilesa, duemila e cinquecento anni di vita; e quaill!dosi pensi che durante questi due millennii e mezzo i casi di sua morte app,arente furono tutt'-altro che rari, è lecito chiedere, prima di aprire il testamento a favore dell'erede, le prove sicure dell'av– venuto il'ecesso. II. A voler esser precisi, diremo che una crisi del Teatro, in Italia, nOIIl si lamenta da oggi. Nessu111esperto, come ora si d:ice, della materia, può aver dimenticato che nel 1888 Ferdinando iMarti!Ili, in J. - Pi.gaso. BibliotecaGino Bianco

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