Pègaso - anno III - n. 1 - gennaio 1931

116 F. AGNOLE'l.'TI, ll bordone della poesia e di quei crucci rimane solo un fremito che fa più belle e viventi le parole. Certo quella ;ricchezza, in Agnoletti, è come accorciata, fatta più stretta; e si sente che il Pascoli l'ha portato a indolire un poco tutto. Sono del Pascoli certe civetterie, mormorazioni, insistenze, certi giuochi, e la facile agrezza, perfino, di alcuni versi; ma insomma, su quel ceppo ridono con una grazia rara, appunto per la salute, e sia purEl salute ver– bale, che è in Agnoletti. Si dioe questo, naturalmente, per estrema con– cessione; perché se fosse davvero solo salute verbale, sarebbe una cosa morta, il portato d'una « ars poetica))' mettiamo la più elementare; e invece voi scoprite., oltre la pa,rola, un segreto di vita, e la parola, con un suo peso, come fosse in natura, peso, colore, dimensione. I paesi, ad esempio, che negli scrittori facili, p!lr quell'essere mezzo . descrittivi mezzo lirici, sono materia che non finisce mai di prodursi, e in definitiva non riescono che a confondere l'occhio cli chi legge, in Agnoletti appaiono sì per brevi illuminazioni, ma prendono campo, si segnano nella memoria. Un viale è proprio un viale, una pianta esiste quasi per se stessa, un volo d'uccello lascia nell'aria la scqa traccia, e un canto la sua musica: e acca.de perfino che lt'l parole, per essere così intense, combinino insieme un'armo nia di verso, di necessità, non per artificio rettorico. Così, senza volere affatto che la sua prosa fosse una cosa di stile, si può dire che alla fine non sia altro che stile : e que,sta è una scoperta tanto più cara, perché ]}Onsi sente nulla di volon– tario, nessun proposito determinato. Ma scendiamo al particolare, pren– diamo' Marcellina, che, è la gemma del primo libro di Agnoletti; e forse di tutto Agnoletti. Chi è Marcellina? Una figura di donna, da novella realistica, grigia, tetra. Agnoletti l'ha liricamente tras.figurata. Non solo per l'umana pietà, che è proprio sua, di Agnoletti uomo, e che s'è tutta riversata e dimenticata nel dar corpo e sangue a questa in– dimenticabile creatura; ma per quel massimo di risalto che appunto la rapidità e intensità d'accento lt'l ha dato. Prove irripetibili nella vita d'uno scrittore: e infatti tutto il libro prende il tono da quelle pagine, perché in quelle pagine è come la somma deHe sue virtù creative. I paesi, .le amare confessioni, le confessioni autobiogra,fiche, i ritratti, che pure formano il libro intero, paiono tuttavia rimanert'l in margine a questa figura sola. Al confronto di Marcellina tutto impallidisce, anche: dove l'occhio amoroso volto alla realtà è riuscito a frugare più a fondo. ;Sono pezzi di vita trasportati, di gusto antico : e se proprio s'ha da cercare qualcosa che vaida oltre, per un suo quasi valore simbolico, e dia senso alla tristezza di Agnoletti, che è tanta, bisognerebbe, ricordare altre donne, quella che una sera, salendo il Morite alle Croci incontra vestita a lutto, con un che di bianco e splendente in mano, un' fiore di ~agnolia intatto, o Delias bionda, o un'altra apparsagli nel ricordo, viaggiando per l'Umbria « ove tutto gli è amore dell'amore lontano che colmò la dispersa giovinezza JJ. Sono momenti, e tutta l'arte di Agnoletti è di momenti, ma dove è dato a dirittura di trovare un cenno di poesia. Qui come in tutti i poeti, è la donna riemersa dal tempo favoloso della gio'. vinezza con una dispera,ta potenza, la donna, fomite di tutte }'altre malinconie e discordie dell'anima, il simbolo di quello che è stato e non ritorna e cli quello che si sperava e non è stato. E si può dire che se BibliotecaGino Bianco

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