Pègaso - anno III - n. 1 - gennaio 1931

LIBRI. FRANCESCO RUFFINI, La vita religiosa d/4 A. Man«:oni. 2 volumi. - La– terza, Bari, 1931. L. 60. Tra le carte della sala manzoniana di Brera Agostino Guidi ·segnalò a France,sco Ruffini (vol. I, p. 317) la seguente lettera inedita di Donna Giulia Manzoni scritta al canonico Tosi da Chambéry il 23 settem– bre 1819, ossia nell'ultima andata dei Manzoni a Parigi. Ci metto il corsivo del mio : Siamo qui col nostro amato Somis, che ci colma di grazie. Ieri pranzammo con lud in compagnia; e vi si trovò wn giovane prete, che cominciò i suoi studi a di– -Oiott'anni e ora ne avrà 34; è un vrodigio di scienza, savendo tante, tante lingue, è ·un santo. Alessandro passò la giornata conversando con l1ti. Siamo arrivati qui domenica, andiamo in chiesa di buon'ora nella Cattedrale; non si può essere che edificati e del gran contegno dei saceruoti e della devozione dei fedeli. In questo momento che scrivo è qui quell'Ecclesiastico qui sopra menzionato. Si trova d'ac– cordo con Alessandro in tutto, FUORI CHE SOPRA LA GRAN QUESTIONE DELLA GRAZIA. Dico questo perché sento che si disputa, ma con qitella carità, e, spero, 1.rbanità. che si ,conviene. Una disputa di Manzoni sulla Grazia, ossia, per dirla con parole del Ruffini, « sopra, quello che fu, com'è risaputo, il punto centrale della dogmatica dei Giansenisti, e qui.ndi anche il punto d'attacco pre– ferito nella fierissima e implacabile guerra che fu contr'o ò.i loro com– battuta per secoli JJ ! Ad un uomo come lui, che da anni si occupa del Giansenismo speciàlmente nei riguardi manzoniani, poteva fornirsi una notizia più ghiotta cli questa ? Ed eccolo subito in moto per stabilire quale delle due tesi, la giansenistica o l'ortodossa, il Nostro sostenesse nella disputa; stabilirlo, s'intende, non per semplice fiuto, ma con quanti più documenti si potessero adunare intorno alle disposizioni di mente e d'animo dei due giovani che Donna Giulia ode disputare. Si sa che in questo genere d'indagini il Ruffini è maestro. Notiziole -che per altri non significherebbero nulla sono per lui un filo conduttore; né c'è costanza faticosa, industriosa, per.fino caparbia, che egli non .spieghi per condurre a scoperte fruttifere le tracce più tenui e remote. Come già per i suoi studi su Cavour, cosi per quelli su Manzoni alcuno lo ha detto uno scopritore fortunato, ma con ciò si è stati ingiusti, poiché se l'elemento « fortuna JJ non può mai escludersi dal rfoupero d'inediti storici, rare volte essa fu altrettanto propiziata e meritata. Rare volte poi, come in quest'ultima opera, il campo della ricerca fu più vasto. Infatti, mentre nell'intitolazione dei due volumi quella « di- BibliotecaGino Bianco

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