Pègaso - anno II - n. 12 - dicembre 1930

Morte improvvisa 709 +imo di recarsi in una specie di caverna ç1,bitatada gente .selvaggia o quasi. Fu perciò assai gradevolmente sorpres,o quando, disceso dall'automobile, iintravvide 1I1ell'oscurità 1I1eradella notte invernale, tra le cime degli alberi di un giardino che pareva vasto, i contorni piuttosto nobili di una grande villa. P.oche macchine e nOiilmolto splendide in verità aspettavano ferme ai lati della .strada, ma il Pig,notti pensò che il grosso degli invitati dovesse ancora arrivare e, se non soddisfatto, per lo meno un po' tranquilliz~ato attraversò il giardino e ascese la scala di marmo che saliva alla porta d'in• gresso. Aveva immagin!l,to di diventar subito il re della festa, d'essere accolto con mille inchillli dalla padrooa di casa c01I1fusae co1I1tenta, dii poter strappare con facilità al suo cavaliere la più bella fanciulla della sala, ma dovette .subito accorgersi che queste fantasie non trovavano alcuna rispondenza nella realtà. L'atrio, i gradini della scala, il salone di cui attraverso la porta spalancata si illltravvede– vano le pareti piene di dorature, erano gremiti-di una grandissima folla di invitati, ragazze e ragazzi assai giovani per la maggi-Or parte, i quali in piedi, oppure seòluti, oppure anche appollaiati sulla scala,, parlavano e ridevano tra di loro come gente che si conosce <la tempo e non deg,narono neppure di uno sguardo il piooolo proprie– tario. Era evidentemente un momento di pausa tra due balli, fra il brusio allegro di questa moltitudiine giovanile giungevano dal salone gli accord'i di un'orchestra iinvisibile. Impacciato, indispettito, il Pignotti vagò un poco tra quei gruppi, sia per vedere se ci fossero persoine dj c01noscenza, sia per trovare la padrona di casa : le ragazze erano davvero tutte graziosissime, poche di esse certo sorpassavano i vent'anni, il movimento e il calore della danza adornava le loro guam.ciedi un acceso rossore ; il proprietario ne adocchiò -sop,ratutto una, bionda, dal corpo splendido e formoso eppure straordiJUaria• moote :flessibile, molto imbellettata e eon qualche cosa nel viso al tempo stesso di sfacciato, vizioso e irnebetito che gli piacque oltre· modo e gli ridestò irn fondo all'anima tutti quei suoi istinti di i-.e– duttore. - Qui bisogina conoscere la padrona di casa, - pensò, - soltant o lei p uò presentarmi a quella bella figliuola. - Cercò, gli riuscì alfi.ne di trovare la signora Olgiati presso l'orchestra, mentre f aceva ce rte sue raccomandaziorni ai suonatori. Venne subito riconosciuto: - Come sta, marchese, come sta? - gli gridò la donna atteggiamdo tutto il volto ad una espressione dol· ciastra e cerimoniosa. La sig,nora Olgiati era grande e ossuta, con quel nOIIlso che di macchinoso e sgraziato proprio alle donne -dallo scheletro grosso; a.veva capelli di un biondo slavato e molto gonfi, il viso era largo di zjgomi e di mascelle cogli occhi turchini infos· sati e duri, la fronte un po' calva, e una pelle scialba eome i ca· pelli, tutta sottesa dalle sporgenze brutali del teschio, coperta sulle .BibliotecaGino Bianco

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