Pègaso - anno II - n. 12 - dicembre 1930
704 U. Fracchia economie dovetti rassegmarmi ad accettare Uill posto inferiore al mio o·rado prendendo imbarco come secondo ufficiale sopra una nave 0 carb~niera, il Dover II, che faceva il traffico con Cardiff. Una 111ave carboniera lascio immagi111are a voi che cosa sia. Sul Dover II mi sorprese la guerra. Quelli furono anni avve111turosidav– vero, ma 1110n soltanto per 111oi marinai, e ve ne risparmio la storia. Vi basti che fui silurato due volte: la prima, sbattuti dalla tem– pesta, pochi superstiti sopra una lancia, am.dammo a finire contro le coste della Corsica, e l'altra, dopo aver vagato per il mare un giomo e una notte, fummo raccolti più morti che vivi da quel lercio battellino francese che allora faceva il traghetto fra Gallipoli e Pa– trasso. Così andò, co111 varia fortuna, sino alla fiille; e qua111do ven111e la pace, la nave di cui avevo ottenuto il comando fu mandata iill disarmo, e io mi trovai 111uovamentesul lastrico. « Altri mesi passarono per me assai tristi, se111za lavoro né spe– ra111za di trovarne, fino al giorno in cui certi fabbricanti d'olio e di pesce salato ebbero la buona ispirazione di fondare una piccola Com– pagnia per il traffico con la Spagna e il Portogallo. Essi acquista– rono, per comi111ciare,u111 piroscafetto di appena trece111totonnel– late, che ricordava il Don Ferdina;ndo dello zio Costanzo tanto era vecchio e sgangherato, e ingaggiarono me come comandante, primo e secondo ufficiale, illostromo e buono a tutto. Da allora, come mi vedete, prima col Srnita Lucia e ora, con l'Eunice, son undici anllli che servo questi bravi padroni, facendo la sp ola fra G elnova e Oportq, fra Genova e Vigo, seoondo la stagio111e ;toccam.do Livorno, Marsiglia, Tarragollla, Motril, Malaga, Gibilterr a; qualch e volta Oadice, qualche volta Faro o Setùbal, Lisbona e viceversa. Gli affari della Compagnia prosperarono,· e io, verso i quarant'an111i, presi moglie, rnon solo perch€:, morta mia madre, la maincam.zadi un vero a.ffetto mi fece sootire più vivamente il bisogno di una famiglia, . ma a111che perché sapevo di acquistarmi così sempre più la :fiducia e la stima degli armatori. Forse vi riuscirà nuovo che inel nostro mestiere chi è ammogliato god'e molto maggior :fiducia di chi è sca– polo, nel senso che il comando d'una 111ave gli verrà affidato molto più volentieri e con maggior sicurezza. 1111 fondo, a pensarci booe, 1110111 è un criterio del tutto sbagliato, perché nello scapolo c'è sem– pre qualche cosa di i111stabile, d[ aleaitodo. Egli no111 deve pens,are che a sé, e questo comporta il pericolo di una certa leggerezza e precipi– tazi0111e che invece difficilmoote sussiste in chi, avendo una famiglia, sa che alla propria sorte è legata quella delle perso111e che gli so1110 care; e per ciò, se anche è di 111aturaprudente, lo sarà mille volte di :più, e in ogni cosa procederà, come suol dirsi, coo i piedi di piombo. « Così fu per me. Da quando io sentii che portavo nella stiva, con i bidoni dell'olio e del pesce salato, anche il booessere di una BibliotecaGino Bianco
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