Pègaso - anno II - n. 12 - dicembre 1930

FOGLI DI DIARIO. III. RACCON'rO DBJLCAPITANO. « Ero un ragazzo timido, non avevo voglia cli studiare. Mi pia– ceva starmene solo, sulla marina, anelare lungo i moli, e di là guardare le grandi navi e le piccole che entravano e uscivamo, ma– novrando nel porto. Di sera, dalla :finestra della mia cameretta, vedevo lontano, all'opposta estremità del golfo, nella nebbiolina, girare lentamente la lamterna di Genova. Era quella la mèta di tutti i miei sogni. Mio padre, notaio, me lo ricordo sempre ilil una stan– zaccia del pian terreno, seduto a una gram. tavola, uomo taciturno e preoccupato, dietro monti di carte polverose, le spalle rivolte a certi scaffali colmi di enormi cartelle gialle dal dorso piatto e anno– date con fettucce verdi, su cui spiccava:no in caratteri neri a stam– piglia i numeri delle amnate in ordine crescente: 1864, 1865,· 1866, 1867, e così via.. « Quando egli mi conduceva con sé nel suo studio, cosa che for– tunatamente accadeva molto di rado, io credevo di soffocare nel– l'odore d[ carta marcita e di tabacco che era in quella stainza. Estate e inverno, la :finestra non si apriva mai : am.chei vetri erano ililcro· stati di polvere e opachi, del colore delle ragnatele. Io me ne stavo rincantucciato, e per lunghe ore non potevo fare altro che leggere tutti quei numeri: di un nero sgradevole e quasi sfacciato quelli degli anni più vicini a me, essi andavalllo via via sbiadendo, :fino a impallidire del tutto verso gli anni più remoti. Mi fermavo di :pre– ferenza sul 1880, che era l'anno d'ella mia nascita. La data si leg– geva ancor1:1chiaramente, ma già aveva perduto ogni vivezza. e splendore. Un numero su cui, al contrario, non potevo posare lo sguardo era il 1882. La mia unica sorellina era morta, di soli dieci mesi, proprio in quell'anno, e mia madre teneva sempre sul casset– tone una sua fotogra,:fia, nella quale si vedeva,_tutta nuda, coricata sopra un guanciale, piccola, piccola come una gattina. Mi tormen– tava il dubbio che mio padre avesse racchiuso Clementina in quella cartella, la quale poi, Mllllodate le fettucce, fosse stata messa in :fila con tutte le altre. Invano cercav•o di indovinare che cosa contenesse la cartella che portava la data della mia nascita. BibliotecaGino Bianco

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