Pègaso - anno II - n. 12 - dicembre 1930
La « Cronaca Bizantina>> 697 ché dovrei chiedergli di rifondermi le anticipazioni fattegli per lavori di là da venire . .... Il maggior dolore, dopo quello di ricor_darsi del tempo felice nella miseria, per me è di staccarmi dalla signorina Matilde Serao, che aveva portato alla Bizantina il tributo di un ingegno potente e gentile e a' miei registri un buon numero di abbonati. Nella Bizantina la signorina Serao scriveva, raramente firmando col proprio nome. Ma della sua penna elegante ed arguta erano le bril– lanti riviste dei Salotti Romani che fecero tanto chiasso nel mondo ari– stocratico; chiasso paragonabile soltanto a quello delle Forche Caudine uel campo politico. Carducci aveva previsto che la faccenda delle Forche Caudine avrebbe ,p,ortato guai al Sommaruga, e glielo aveva scritto; ma il giornale rendeva IIIl!Ollto e il giovane editore si la;sciò andare a quel- 1' errore. · Orimai la sorte di Sommaruga el"a seg,nata e a farla pri.ù nera, contribuirono ·anche ,gli amtichi amici, sicchè lo Scar:foglio, dopo molti anllli, si rammaricava di queillo scatto giovanile per il. quale runoh'egli s'era- schierato CO(lltr-oAngioliiilo Sommaruga. E nel di– cembre ,del 19Jl, in una, breve avvertenza alla sec01I1da ristampa della nuova ediz101I1edel Libro di Don Chisciotte, fatta dal Quat– trini di Firenze, parlamdo del periodo sommarughiaro.o e dell'im– portrunza assunta dal Sommaruga «lllel moindo letterario italiruno illl breviss1mo temp,o >> onestamente notaiva : \ Anche i più ignari si convinceranno che, se non gli fossero state troncate violentemente le ali, questo agitatore degli uomini più pigri :wrebbe fatto qualche cosa di grande e di bello. Arrestato sotto l'a,ccusa d'i truffa e di ricatto, il 18 febbraio 1885, morendo il Oamevale, Somma.ruga si vide abbamdOlllato dai più; ma poté vamtarsi della fed~ltà di Giosue Carducci che amdò in car– cere a fargli visita e al processo testimoniò in suo favore: Lo sentivo accusare spesso, ma dalle accuse sempre si rilevava mi– gliore. È di grandissimo ingegno e operosissimo. Fa fatti e non frasi. E l'ho visto a sostenere questioni non sue, che neppure conosceva, con grande delicatezza, fino ad esporvi la vita. Ha anche buon cuore, molto buon cuore. Ha fatto del bene a moltissime persone. Il suo difetto era la réclame. Scriveva cartoline elegantissime tutte di suo pugno e finì col mettere in ufficio un morò autentico. - Che ne fa di questo moro ? - gli chiesi. - Per réclame. Parla meneghino. A leggere il ,processo che Alngeilo Somma.ruga, mentre si aspet– tava la discussiOIIle dell'appello, pubblicò in Firenze, col titolo Giu– dioatemi, curioso calllto del cigno, ci si convince che le accuse non furo!Ilo provate, e che si trattava, in ogni caso, di faccende veniali BibliotecaGino Bianco
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