Pègaso - anno II - n. 12 - dicembre 1930
690 F. Flora abbonati ad Ulllo·iormale che ha tra i suoi colla-boratori il Ministro degli Esteri. E c-~sì1I1uovi lettori venivano, ,per liete insidie, all'acqua doloe. . Novelle e bozzetti e ,prose varie vi pubblicarono il Verga,, che, tra Faltro, il l° febb1·aio 1884 diede alla Hizantvna le scene popolari illlti– toilate Cavalleria rir,sticana~ il Oapuana, il De Amicis, il Barrili, la Sera,o lo Scarf-02:lio,il Somma.ruga medesimo. Qui apparve il 1° mar- ' ~ . I zo 1883, :firmata Qiiattr' A:;terischi 1a 1I1ovelladel mio Vittorio m- briani Pe,r ques·to Oristo ebbi a farmi turco: ullla novella che è l'an– titesi più asp,ra e sapida dello stile e degli argomenti che al1ora 8educevano i novellieri. I qualli tutti, educati al verismo framcese, concepivano vorrei dire dialettalmente la vita italiana, e lo ,s,tile rapproodevamo i,n forme di ,sintassi elementare per adattarsi al vero, che ,era poi solt3Jllto un arbitrario aspetto di tutto il vero, l'aspetto delileclassi p,overe il cui li111gua,ggio no.n si eleva aJla lingua cardilllale o comicamente la storpia. Critica e teode di poetica e comu1I1.que idee e principii nolll tro– varoillo a:ccooti originali snlla Bizantina. Il critico della Bizantina più vigoroso fu Edoa•rdo Sc.arfoglio: e nol!lera nato rper quell'ufficio, come egli oonfessava, ,e, fosse o ino meglio ad!aitto a. portar l'elefante sulle rive dell'Omo, c-ome a,nch'egli scriveva, è certo che il suo spirito oo.pace più di modi artistici che di medìtati pensieri, più di impeti e d'« improvvisi>> che di lenti studi IIlOill era adatto a segnare originali imterpretazioni critiche. De Sanctis mncor vivo nel 1883 ma i1110ompreso, inon poteva nulla imsegnM·e ano Soorfoglio : e del Car– ducci il giovame critico 111o.n -aveva la va.sta erudizione e il gusto severo. Ma 1I1elladestrezza bellicosa della sua ,prosa improntata al piglio carducciano (com e del resto aJl Oardlucci ,s'improntava runohe la prosa da.nnunzia.na sebbene la, oosa fosse meno ~p,pariscente, perché materia assa,i d iversa da quella del Oarduoci trrutt3Jva ill D'Annunzio) c'è pure un accento che non ~i dimentica. Quella teoria letteraria che si picca di presupposti ,scientifici, quamdo, sia, pure COIIl qualche ritardo, Darwin aNeva sui letterati la stessa malia che oggi ha Freud, non letto l'uno nOIIl letto l'altro, ma assorbiti lllel– l'aria; quelle idee twnto più a;pparentemoote ardimooto,se quanto più vaghe sulla funzione d!egiliscrittori, ispirate, magari senza che l'autore 111e avesse coscietnza o amzi contro il suo desiderio dalla ' cultura francese che allora a noi impollleva Emilio Zola; non pos- sono in alcun modo 00.nvincere oggi e credo non convilllcessero 1I1ep– pure allor,a; ma lo scrittore ha una sua virtù di rappresentazione guasconesca, acerba e briosa : un gusto di compor.re il hel periodo COIIl invettive, COill pa~ole insultamti, dalle q uali però è come diisrtac– cato l'animo dell'autore. Ohe le cose nel m01I1do deille lettere vadano in un modo o nell'altro allo Scarfoglio importa filllo a U:Il certo punto: quel che a lui importa. è sfogare UJI1 suo malumore punto BibliotecaGino Bianco
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