Pègaso - anno II - n. 12 - dicembre 1930
La « Cronaca Bizantina >> Fatevi qualche cosa, pur che sia, Fatevi armar ruffiani o cavalier; Vaca a Ginevra un bel loco di spia, E c'è un posto di baro al minister. :El vostro il vero, o bei vegliardi santi! O frolla gioventù, stammi a sentir : '.rutti al foco, a l'oblio tutti i miei canti, Per vederti morire od arrossir. 689 Ma questi versi scritti da Cesario 'festa er3Jllo soltamto un pesce d'aprile, come il giol'lna1e svelò nel numero seg11ente, e come il Car– ducci, il quale, del resto, sapeva del giooo, ·per esseooe stato infor– mato dal Sommaruga, dovette affrettarsi a, dichiarare pubblica– mente. Alla prima Bfoantina mOllti ver,si diede Ga,briele D'Annunzio, cominciando, nel numero del 30 novembre 1881, con quelli tratti dal Oanto novo: Era un fanciullo dai neri selvaggi capelli, da' grandi occhi sognanti, pregni di verdemare. ID diede amche novelle e bozzetti e mamdò dalla Sardeg,na, in col– laboràzione oon lo Scarfogilio, le pagine j)fasua (1° giugno 1882). Era il periodo in cui il poeta ,si rivelava a s,e stesso e comilnciava a libe– rarsi daUa schiavitù del Carducci. Anche il Pascoli diede aUa Bizantina i suoi versi: Primavera) entro le botti (16 giug,no 1882), Dagli stag1Vigialli) dove - Cresce a) tuoi bufali il fieno (1° agosto 1882) e i IIloti versi a Severino Fer– rari Ridiverde (1° dicembre 1882). Ma questa breve colla;borazi01I1e non valse a trarre il Pascoli, già così .pascoliano e maturo, dal- l'oscurità. · I poeti della Bizantina) che vi pubblicarono versi una vOilta o pareoohie, furOIIlo,oltre i citati, il Guerrini, il Boito, il SaJlvadori, il Chiarini, il Marradi, il Pascarella, il Milelli, la Contessa Lara, Papi– liu.nculus, il Cesareo e pochi altri. Il 1I1umerodel 16 giug,no 1882 reca Il primo sg uardo, pa role e musica di Pasquale Stanisla.o Mancini, e questa ilil' aspetta.ta collaborazione vuol essere chiarita da lID rac– oonto del Sommaruga. Il Mancini era allora Ministro d'egli Esteri. Un gioooo Sommaruga, p,arlal!ldo con un colonnello, viene a saipere che, illl giovinezza, il mi!Ilistro aveva stampata su certa rivista UJ11a romanza: Perahé se i begli ocahi rimiro, di cui aveva oomposte sia le ;parole che l,a musioa. Si ricerca la romanza e la si pubblica sulla Bizantina. Gran successo per l'editore. Il giol'illo seguente per i corridoi e l'aula di Montecitorio i deputati C3lllticchiamo: « Perché se i begli occhi rimiro >> e il Mancini sorride al suo peccato di gio– ventù. M0iSommaruga intanto ha mandato lettere a tutti i consolati che l'Italia ha sparsi per le terre, chiedendo come mai non siano H. - Pt,gaso. BibfiotecaGino Bianco
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