Pègaso - anno II - n. 12 - dicembre 1930
La ~< Crona,ca Bizantina >> 687 gnori che gli fanno richiesta della sua fotografia per uso di litografica, o zincotipica, o fototipie.a riproduzione più o meno scellerata. « Lucca, 25 agosto 82. « Caro Dott. Pertica, « .... Nella sua,.... Oronaca, che m'è cagione d'infinite bizantine ama– rezze, faccia un po' il piacere di pubblicare che io non uso mandare ri– tratti miei per essere pubblicati. Io so, e me ne diverto meco stesso, di esser tanto brutto da far paura; ma che io debba, io proprio, comuni– care la mia bruttezza al mio prossimo, che amo tanto, passa la parte. Oh via! « GrosUE 0ARoucc1 ». La Bizantina, appunto per fedeltà aJ Carducci, avversò il candido e furente Rapisa.rdi, e si divertì aJlle avventure del Giobbe di Ma.reo Balossal'di, compiacendosi di fa,r crredere al1a sua esistenza e pub– blicrundloineper.fi. !lloversi. Il 1° febbraio 1882 un lrnIJJgo articolo inti– to lato M arco Balossardi si chiuse con un poscritto : P. S. - Mi si annuncia ora che Marco Balossardi è arrivato a Ro– ma stamane, per assumere la direzione d'un giornale settimanale d?,.l titolo Lucifero, il quale comincerà le sue pubblicazioni domenica, cin– que febbraio. Un nulIIlero di quel Lucifero uscì da,vvero, redatto in una notte da D' ArnnUlllzi-0,S,ca,rfoglio, Salvadori ed altri. E no111 è questo il iuogo di racc0111tar oose assai note di quella mnpetuosa polemica: e basterà ricordare che la, Biza,ntiria pubblicò, quallldo era immi– nente l'uscita di Confessioni e batta.glie, l'ultima, parte de'l capitolo Rap·isardiana, con un rappello assai solen,ne in cui si parlruva del leo111ecc. OO!ll u,n piglio che, dopo tutto, avrebbe potuto runche essere r-a.p<isardiano. Ma il 16 febbraio 1884, Edoardo Scarfoglio ragio– nando del Giobbe di Mario Rapisardi e stroncandolo oon piena coovinzione, usciva a dire: Di più, nella prima parte del Giobbe rapisardiano sono delle bel– lezze delle quali l'onestà comandava di tener 11onto. Tutta la vita pa– triarcale ha una solennità placida ed ampia, alla quale il verso alquanto passeroniano conferisce a-ssai. Credete che molta gente in Italia sa– rebbe capace di raccontarvi così bene in versi un'epidemia di bestiame o una incursione di ca.vallette? O l'Italia presente ha tanta ricchezza poetica da poter buttare ai cani tutto un cattivo poema, senza salvarne le cose buone ? .... Il Rapisardi, acciecato dal troppo favore accordatogli da prima, ha voluto lottare con uno che alla maggior forza accoppiava anche il diritto della riazione contro un attacco ingeneroso : nella zuffa è rima– sto necessariamente abbattuto. Ma è bello lasciarlo così disteso in terra, insultando un caduto ? Agli altri parrà, bello : a me, di cui il personal sentimento non può certo essere favorevole al Rapisardi, par vile. BibllotécaGino Bianco
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