Pègaso - anno II - n. 12 - dicembre 1930

La << Cronaca Bizantina >> 681 terario stupro sui lettori, perché la rivista non era già nata IIlella mente di UlllO ,scrittore, ma in quella di un editore assillato da un vero è proprio estro di réclame) e innamorato a suo modo della bella .stampa e dei v31riscrittori, messi a servigio di quel suo estro: così il S()lmmarnga svolgeva la sua attività, o, a;nzi, il suo violento senso di vita sfogava in quell'azione oolorita dalle efogainti aimbi– zioni di traitta,r materia di lettere e di arti. N,oo c'era riv.elazione di nomi nuovi o di 111uovi principii; ma uin fastoso e alleg~o modo di farli c,onoscere a più gente, ilJluna vera e propria baldoria di amnunzi, come quaindo i carri degli arlecchini valllllo in gwo, a suon di trombe e crotali e trumburi, a svegliare la curiosità dei più renitenti e preparare il pubblico dello .spettacolo ,serale. I 111omimaggiori erano apparsi e apparivaino tuttora anche negli altri giornali 1lette:oori e massime sul Fanfulla della Dome– nica: Oa~ducci, Guerrini, Chiarini, Nencioni; ed! aIDche D' Alll– nunzio e altri giovami, cosicché la Bizantina 1110n era neppure l'espres– sione di una giovanile prepotenza di letterati 111uovi cui paresse tutto da rifure e degno dell~ loro fatica. Nella Bi.zant-ina infine, a voler dir la cosa senza restriziolili, non .predomina neppure la personalità del Carducci, sopraffatta anch'essa dalla baldanza dell'editore. Questa volt,a, i letterati, e grandi letterati, sono, senza volerlo, strumenti p,iù o meno docili nelle ma ini di un vigile impresario di letteratura: il quale vuol va– lersi dei 1110.mi p ù illustri e maigari più lontani, per attuare la sua legittima ambizione, diffondendo in mainiera impetuosa, ,sportiva, il giornale letterario e i libri della, sua veloce fuci111a. Lmportava, al Soonrrnaruga di richiamare in tutti i modi l'atten- · ziooe del pubblico sul suo giornale, svegliare anche i più sopiti in– teressi della curiosità umama, attrarre alla lettura quante più si– gnore e ragazze fosse possibile con tutto il liet-0 .sciame delle malizie e delle galanti indiscreziooi: ché ciò sig,n.ifichereboo al1IIlentare ÌIIl modo semplioe e veloce anche il numero d'ei lettori cui si è soliti chiamar maschi. Una volta la Bizantina poté descrivere in ainticipo, pe:r esser111e ,stata informata a caso nel salotto di una sarta, la to– letfa che avrebbe irudossata a corte la consorte del mmistro Agostino Magli0,11i.Fu un succes8o, e forse uno scandalo : e a corte tutti guar– dav31llo la l\fagliani per paragonare il suo abbigliamento a quello descritto 111ella Cronaca. Di qu ali allegri mezzi rnon si servì Alllgelo Sommaruga per mol– tiplicia.re gli abbooati ! Nel rievocarli, egli s'abba1J1dona alle più fra mche e innocenti risate! Alla fine dell'an1110gli a;bbonati riceve– vamo U1I1 suo biglietto di visita : e la c,osa commoveva i semplici e nOIIl dispÌ.atce'Vaai furbi. Una volta dal Tucumam ci fu qualcU1I10 che ri– spose assai cortesemente al biglietto e pr-0m.ise di far propagainda. E un'altra lieta trovata fu quella per la quale, attribuita a ciascuno BibliotecaGino Bianco

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