Pègaso - anno II - n. 12 - dicembre 1930

676 G. Piovene lici come due o-iovami olown che o·uadaQ'IIBJ110 il p 1 ane ridendo negli ' o '"' e, ·occhi alla gente. · Il forte di Colico scava la cima d'un oolle somigliaJI1tea un Par- ' ' naso, perché il prato 1o copre cingendo ullla piccola selva,. Un ma- resciallo panciuto, che ci aspettava ·allo sbarco ci affidò subito a un ser'geintino diciottenne. La guarnigione' dormiva in una ,stanza seinza :fi1I1estre, infastidita dalle Z'alllzare,di dove si domina Colico e il lago che ivi :finisce illl crumeti e acquitrini. Il sergentino, calata. la 1I1otte, scelse ,noi ultimi giunti per l'ispeziollle al bo!SChetto: ima pTeSO da scrupoli aggiunse un ,soldato dei suoi. Ci inerpicammo, caricati i moschetti, il ,sergentilllo da •solo, mentre noi tre come pecore lo seguivamo a,ddossati. Volt,o:si a un tratto indicò un punto per cui il nemico p oteva mitrare non visto, e in OOIIIlpenso una roccia che sovrasta.va al fortino, di dove uno ,solo di llloi poteva fare ecatombe. Poi vedood oci ullliti ci redarguì, perché un agguato poteva coglierci in una sola retata,: postici a giusta di 1 stanza ci fece impugmare il moschetto, e riprese il cammino oontando 'i tronchi con la laJI1te~na decia. Io seguivo, ,carponi e aiccompagnavo con gli occhi quel tornili di luce, che saltellava come UfilO spirito shakespeariano, vigile sopra i ritrovi di tooeri rumanti e di felici fuggiaschi. Il ser:gootin,o frugò :fiutando i cespugli: e· come ai margini del bosoo trovammo un mu– ricciolo rvi lasciò il mio compagno, raocomandamdogli di stiare ·al– l'erta. Treinta metri più avanti abbandonò l'altro soldato, e noii due soli ci ripr,ofollldammo nel bosco. Dopo raggiri di labirinto il comamdlante ordinò di procedere sf"nza rumore, e subito udii il mio comp,agno gridare il chi va là, e dal tono eocitato ebbi paura che sparasse. Il ser,gentilllo si rivelò e gli fece alti enoomi per la sua finezza d'orecchio. Poi accompagnatomi a urna capanna nel bosoo, don.de .sbucò illlo.pinata la sellltinella, mi comandò di rimanere al suo postq. Piovve appooa fui solo: e fui felice in quel bosco, che m'ispi– rava, oome amo, un'amorosa saviezza, ragione pregna di cuore, solitudillle saggia accalorata di IIDf"moria. Passato il primo d'agosto rientrarono a Como dM altri soldati meno efficienti d[ noi. Sedevo spesso, guardamdo il lag,o, sul muric– ciolo un po' fuori malllo posto tra un prato e la via che conduce alfa prossima. polveriera, del forte. Un'ora dopo che i due .soldati salir01I10sul vaporetto, il mare– sciallo airmaffiava i legumi lllell'orto deUa sua casa, a !Qlezzodella ,salita, colllla gilQ'Vallle moglie che aveva trovato in pMse. Volgendosi a um. tr;:i,tto si vide accanto una gioviane e le domaJI1dòche volesse. Desiderawa parlargli da sol,o a, sola. A un cen!Ilo del mairesciiallo la giovame moglie s'allontamò qualche passo. - Ragazzi, - ci disse poi il Jllihl"esciallomÌlna,cciosoe dlolente - uno di voi, ieri sera, in Ulllprato, ha, fatto violenza a una giov~ne. Voglio ~pere c,hi è stato. BibliotecaGjno Bianco

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