Pègaso - anno II - n. 12 - dicembre 1930

660 F. Nioolini delle nazio111i )) << tempi barbari ritorinati )), << venticinque a!llni d'aspra e 00111ti111ova meditazione)), << divm. piacere)), << eterna im– mensa o·ioia )) << questi dell'infelice Scienza rvuova miseri e per terrtii o ' e per mare sbattuti avvanzi )), << dalla co111ti111ova tempestosa fortuna agitato ed afflitto)), << la mia povertà restri111seil mio spirito a stam– parne quel libriociuolo )), << traendomi un a111ello v'era un dia,mainte di cilllque grani di purissima acqua)) ... ; e tronchiamo l'elenco, non perché traditi dalla nostra memoria, alla quale, a111zi, codeste fra.si vichiane co111tinuanoa presentarsi in.<<copia affollata)), ma pe r non convertire il presente studio in un frasario. Correlativa a codesta scultoreità di frasi è nel 'Vico la oonci– siome làpidaria. Come, i111 tempi a noi vicÌllli, Giova,Il[li Bovio, in cui riviveva1110i111piccolo certi pregi e difetti dell'autore della Scienza miova; quest'ultimo era epigra.fista nato. I suoi contempo– ranei, che .peccar•Olllo tanto contro di lui per denegata giustizia-, gli resero almeno quella di ric001oscere fin dal 1710, per bocca <li Ba– silio Gral!llllelli, ch'egli er,a forse il solo napoletano capace a111c6radi comporre << iscrizioni veramente latine e che paion fatte ne' piil culti tempi della lingua lati111a )). E, pur prescindendo dalle sue poche iscrizioni superstiti, tra cui eccellono le dieci stupende illl morte del duca di Liria (1739), 111ellamaggior parte dei suoi tanti aforismi, e· perfino in qualche pr-ofilo, scorre un ritmo così spicca– taimente epigrafioo che basta supplire una, serie di tratti fra gl'ideali versetti, per convertirli, a111che formalmente, in vere e proprie iscri– zioni. Per esempio : La filosofia - per giovar al gener uci.ano - deve sollevare e reg– gere - l'uomo caduto e debole - non convellergli la natura - né ab– bandonarlo nella sua corrozione. Oppure: Le cose - fuori del loro stato naturale - né vi si adagiarn;, - né vi durano. O ooche: Idee uniformi - nate appo intieri popoli - tra essoloro non cono– sciuti - debbon ·avere - un motivo comune di vero. O altresì: Natura di cose - altro non è·- che nascimento di esse _ in certi tempi e con certe guise - le quali sempre che sono tali _ indi tali e non altre - nascon le cose. BibliotecaGino Bianco

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