Pègaso - anno II - n. 12 - dicembre 1930

Il Vico scrittore 659 la potenza rappresentativa e d'escrittiva. la musicalità, l'impeto lir co. A proposito di ciascuno dei quali giova aggiungc:re qualche delucidazione e qualche e'sempio. Più tangibile dei caratteri differenziali tra la p-0esia o prosa poe~ica e la prosa dis0orsiva o versi prosaici, l'elevatezza di tono assume nel Vico ii particolare aspetto di solennità sacerdotale. Una solennità a lui così connaturata e 0osì pooo raggiunta con artificii rettorici, che ,è costante im. qualsiasi redazione dell'opera sua, 3/llche nelle più rapide e frettolose (le circa trecento pagim.e della prima Scienza 'Y/IUOVa furono scritte in pooo più d'un mese·, e le circa sei– cento della prima redazione della Scienza 'Y//Uova seconda im. soli centosei giorni), e che 3/llche in queste lo fa tenere 1001.tano senz'al– cuno sforzo dai vizi oonsueti agli scrittori rapidi e frettolosi. Il più malevolo dei critici sarà t31llto più bravo se sa,prà pescare, rnei periodi più arruffati del Vico, una tra,ccia sola di cascaggirne o sciat– teria, in quanto, per questa parte, l'autore della Scienza 'Y/IUOVa era artista così finito da conferire, c,on un nulla, solennità alla propo– sizione più pedestre. Quale cosa più pedestre della notizia cro– nachistica che « Gìambattista Viço nacque a Napoli nel 1670 >> "? (veramente, era nato il 23 giugno 1668). Eppure il Vico la rese so– lenne. « Il sigmor Giambattista Vico egli è nato im. Napoli l'anno 1670 >>:dove quell'« egli>>, grammaticalmente pleonastioo, ma este– ticamente fondamentale, mostra già dalle primissime parole il tono che regnerà nell' Aiitobio_qrafia. Anzi uno dei difetti d'el Vioo è pro– prio -quello di non abbassarlo mai; onde, perfino quando riferisce un motto scherzoso napoletano, - « servitori, nemici pagati», - non ispiana nemmeno al1orra la fronte corrugata e cogitabonda, e, con la solita ieraticità ,non interrotta mai da un sorriso, parla di « una propietà eterna, per la quale diciamo i servidori nimici pa– gati de' lor padrollli ». Alla scultoreità di frasi il Vico :giunge abitualmente o 0On una felice scelta e accoppiamento di aggettivi e avverbi o conferendo a questo o quel sostantivo o verbo, 3Jllche se usuale, un sig,nificato tutto suo, che lo innalza e nobilita. Quam.tedi codeste frasi vichiam.e, alla stessa guisa di ;:i,ltre bibliche e d'antesche, percepite un~ v-0lta · sola dal nostl'o orecchio, ,non escOIIlo più dalla nostra mente! « Ama– bilissimi innocenti bambini», « immam.i Polifemi », « bestioni di Grozio », « violenti di Hobbes », « irsuti, squallidi e rabbuffati di Bayle >>, « gettati in questo modo senza alcuna cura di Pufendor:fi-o», « barbarie de' sensi>>, << barbarie della riflessione», « barbarie del– l'im.telletto >>,« umanità generosa», « ragione tutta spiegata», « im– peri ciclopici», « imperi monastici .paterni», « concubiti pud'ichi », « venere nefaria>>, « gran selva della Terra>>, « donne . ritrose e schive», « giga,nti pii>>, « postati sui monti», « are de' forti», « boria de' dotti», « boria delle nazioni», « storia ideale eterna», « corso BibliotecaGino Bianco

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