Pègaso - anno II - n. 12 - dicembre 1930
Il Vico scrittore 655 te. Tuttavia, prima di lumeggiarlo in qualche pa.rticolare, occorre pr mettere che esso s'avverte molto meno, e talora nulla del tutto, no solo nel De antiquissima (1710), IIlelle due Risposte (LlGiornale de' letterati (1711 e 1712) e, ilil genere, negli scritti alilteriori al 1718, i q1·ali, ilil rapporto alle tre grandi opere anzidette, rivelano mag– giote fluidità e mirnore eleva,tezza o poetidtà di ,tono, ma anche ilil quasi tutti gli scritti di piccola mole posteri-Ori al 1718, nei quali l'innalzarsi sovente 1I1ell'altissimo cielo della Scienza wuova non impedisce· al Vioo di riuscire alquru11toe talora molto più fluido. Meno frequenti, illlfatti, sebbene qua e là ancora notevoli, i difetti di forma illell' Autobiografia (1725-31) ; più rari nelle ,orazioni in morte d'ella contessa d' Althann e di donn' Angiola Cimmino (1724 e 1727) ; quasi del tutto assenti il!lta,lune stupende lettere, ilil alcune iscrizioni e sopra tutto in quella quasi perfetta lirica i,n prosa che è la breve prolusione universitaria intitolata De mente heroica (1732-33). Ciò che, dal punto di vista della forma, mam.ca sovente nella Scienza nuova (come, con titolo comprensivo, s aralllllo chiamate quind'imnanzi le tre opere maggiori sopra i110tate) è, e non poteva non essere, la virtù letteraria correlativa a quelle filosofiche della distinziollle e del raziocinio, ossia la ,didascalicità, intesa ilil senso lato, e quimdi oon gli annessi e connessi pregi dell'euritmia, d'el seiilso dell'-0pportunità, dell'arte ,dei trapassi, della chiarezza, della fluMità, della coesio111e logica e sintattica, e via discorrendo. Defi– cienza taiilto .più notevole iill quanto nella sua- vita pratica, consa– cra,ta perennemente all'ililsegnamento pubblico e privato, il Vico si mostrò tutt'altro che privo di virtù did'attiche. Ce lo dicon-0 espli– citamente le testimOillianze concordi dei suoi tanti disoepoli privati (Gherardo degli Angioli, Ant001io Genovese, Pasquale ,M~_g1i,Ni– cola Solla, ecc.), e, implicitamente, anche Uil1 documento ufficiale del 1714, che ricorda la sua cattedra universitaria di rettorica tra le maggiormente frequentate. E, del resto, mod'elli di condotta pole– mica, che è essenzialmente didascalicità, sono le due Risposte al Giornale d,e' lettera,ti, lllelle quali il torbido autore della futura Scienza nuova seppe essere così perspicuo da invertire, precisamente per ragioni didascaliche, l'ordine delle obiezioni formolate dal suo non inabile avversario e, pBr questo appunto, assumere di colpo la direzioille della disputa. Come mai, allora, il distinguente, razioci– nante e didascalico ViC-Odi quelle Risposte diveillile, a così breve distanza di amni, il poco distinguente, pooo raziocinante e· quasi antididascalico Vico della Scienza nuova? La risposta è da rilllvenire nella rivoluzione accaduta nel suo animo e nel suo ingegm.o quando, tra il 1717 e il '18, un lampo di genio gli fece intravedere nelle linee generali quasi tutte le sue mag– giori scoperte filosofiche e storiche. La luce troppo viva, che irruppe BibliotecaGino Branco
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