Pègaso - anno II - n. 12 - dicembre 1930

654 F. Nicolini vole d'una sorta di rozza epopea nazionale romana, e, a, proposito dell~ fictione:s del diritto romruno, d!'un « poema dra~matico se~ rioso >> · per affermare (o bestemmia!) alquanto prosaicil,, perche ' . · troppo ragionatrice, la ,poesia frruncese del grrun secolo e, m genere, tutta la mentalità gallica,; e, contrariamente, per il,ntivedere, at– traverso le notizie vaghe, monche e dispregiatrici che cominciavano ad aversi m Italia del teatro cdnghilese >>, che precisamente in quel teatro dovesse essere qualcosa da porre, per grandezza di poesia er-oico-barbarica, acc8![ltoai poemi di Drunte e d\i Omero. Tuttavia chi voo·lia toccare oon mano in quale misura esigua il Vico, possedesse o . ciò che s'intende comunemente per gusto (che s·arebbe il gusto i,n piccolo) non ha se non a leggere le lodi iperboliche, eppur since– rissime, ch'egli prodigò in un ventennio ai più frigidi, apoetici e rettorici componimenti di suoi contemporanei, quali le prediche e perfino certe melense lettere del padre Giacco, le liriche di Gherardo degli A[lgi,oli, le tragedie di Gian Vincenzo Gravina, di An[libale Marchese e di Saverio Pam.zuti, posto da lui, i[l un momento di esagerazii()IJ1e polemica; di ,sopra a Pietro Oomeille. E qua[lt0 a,nche in siffatta materia egli 1J1on recedesse dallo sforzare le fonti, ossia le opere stesse da valutare·, mostra run suo poco noto giuq.iiio o, me– glio, mutamento di giudizio sul Petrarca. Il quale, 1J1ell'orazi-one in morte della Oimmi,no, che è del 1727, e 1I1el oosì detto. Giudizio s,u Dante, che è del 1728 o '29, era stato pure additato, con implicito val-orizza,mento del Canzoniere, quale esempio incomparabile di e< dilicata poesia>>, e tale, pertamto, che e< dappertutto scorre soavis– simo attico mèle di gentilissimi dilicati sentimenti amorosi, sempre tinti di ben 1J1atorossore, sempre condotti d!a run nobil contegno, sempre p6rti oon runa signorile onestà)). Ma· bastò che 1I1ellapoco posteriore Scienza nuo1Jaseconda il Vioo portasse alle conseguenze estreme la teoria che sola poesia grande sia quella storica di tipo omerico-d8![ltesco, perché il Petrarca, per noo de~adere a poeta di second'ordine, fosse trasformato strrunamente in un poeta storico, ossia eroico-barbarico, di siffatto tipo: da che la necessità di dare risalto, non più al Canzoniere, ma (e questa volta esplicitamente) all'Africa e a.i Trionfi e, più particolarmente, a ciò che in questi IIlon è già, come affermava il Vioo, cc raccolta di storie>> eroicamente e quindi poeticame1J1teconfigurate, bensì nient'altro che riflessa e perciò apoetica erudizione. Corollario di siffatte premesse ,dovrebb'essere che anche in ,quanto scrittore, il Vico possedesse pienamente le doti più alte e meno f~equenti, ~on anche, o in misura molto. mfe'riore, quelle meno alte e più comun~. E, certamente, nelle tre opere maggiori della sua maturità, - e più nella seoonda Scienza nuova (1730-44) che nella prima (1725), più nella Scienza nuova p,rima che 1I1el Diritto uni– versale (1720-22), - codesto contrasto noo potrebbe essere più stri- BibliotecaGino Bianco

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