Pègaso - anno II - n. 12 - dicembre 1930

\t-___________ I_l_V_ic_o_s_ct_·i_tt_o_re _ _ _ ____ 6_5_3 r\iografia, considerata da lui, non mera rievocazione di fatti, ma critico intendimento del loro complesso corso, da raggiung~re attra– v~rso urn adeguato pensiero filosofico? Ma, d'altra parte, qua111to povero era in lui il ta111topiù modesto « senso erudito))! Assodare attraverso le fonti i singoli dati di fatto : codesto pedestre lavoro, del qùale si mostrò ancora capace nel De r0biis gestis A.ntonii Oa– raphaei (1715-16), lavorato in gran parte sull'archivio lasciato dal biogrrufato, gli divenne, con lo scorrere degli a111ni, sempre più ostico e sterile. E ostico e sterile, noo solo per naturale inettitudine («ego omni vita magis ratione uti quam re1;ordari sum delectatus >),con– fessava egli stesso), ma anche perché, malgrado l'esa.ltaz.ione d'ella filologia ad autonoma « scienza del certo» che caratterizza la frase definitiva del suo pensiero (1718 sgg.), permameva in un 3Jilgolodella sua mente, ed è a dirittura esplicito nel Dir,itto unvversale (« noin . temere Renatus Ohartesius et Malebrancius philosopho alienum esse dicebant in philologia multum diuque versari >)) il dispregio verso quel1a parte della « sciem.z.a del certo >) che è appunto mero asso– dameinto di dati di fatto. Senza dire che lavorare su questi gli sem– brava certamente indispensa,bile in un'opera di « oommentari », quale egli stesso definiva la Vita del Oarafa: non sempre necessario nel tamto più ampio campo storico considerato dalla Scienza niwva, illel quale il dato di fatto, a suo credere, poteva sempre essere o in– dotto, per analogia-, e similibus, o dedotto (ossia congetturato) me– tafisicamente. Ragion per cui il Vico, mentre seppe precorrere da par suo gli studi del secolo decimonono, sconvolgendo da cima a foilld-0le lirnee generali della storia dell'uma1I1ità, era poi condotto, inel disegmare il quadro, o a restare frammentario, procedendo per paralleli o per salti, ovvero, qurundo, con le fonti alla mano, tentasse di riempire taluno dei vuoti lasciati da quei salti, a fraintenderle o forza-rle irn tal guisa da cavarne, non il dato di fatto che effettiva– mente documentava1110,bensì quell'altro dato ch'egli v'era andato a cercare, e con una sicurezza così assoluta di trovarvelo, che ve lo trovava sempre. Pregi e difetti che si riscontralllo altresì nella sua critica lette– raria. Bisogna-va proprio possedere nella sua misura geniale i due requisiti fondamentali del critico, - affim.atezza di concetti sulla 1I1atura dell'opera d'arte e senso della grande poesia (o gusto in grande),.- per potere, in tempi di così acceso antiomerismo e alllti– dantismo, affermare poeti sovrani Omero e Dante e trovare la loro sublime bellezza, - ainche, ch'era tanto più difficile, 1I1elsecondo caso, - dove 1I1essunoallora sarebbe andato a cercarla: nella loro sfolgoraillte fallltasia, nella loro barbarica passionalità, nel loro travolgente impeto lirico. Bisognava proprio avere la mente sgombra da tutti i pregiudizi della vecchia poetica delle regole e dei generi letterari per parlare, a proposito dei frammenti delle Dodici Ta- BibliotecaGino Bianco

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