Pègaso - anno II - n. 12 - dicembre 1930
E. DE MICHELIS, .Adamo 763 se medesimo, contribuisce a non so che imbrigliata tristezza e quindi fermezza, di visione. Né per ciò vien, meno l'autodominio dell'ingegno creatore, come non si scioglie il nodo di resistenza, p_er cui il protago– nista poeta si contempla e si ama pur nel sentimento della propria ro– vina e albeggiandogli intorno le fredde certezze. Udite la fine: « Mi tor– nano nella memoria le parole cli ,fohn Keats morente : - Sento sulla mia tomba nascere le margherite. - Dal letto vicino al mio le cope1·te sono scivolate a terra. Due spalle mag1·e,vestite della sola camicia si muovono nel respiro difficile e l'aria del mattino è f~edda. Mi alzo. Pro– prio come se fosse uno dei miei fratelli sollevo adagio le coperte cadute, e quello, continuando il sonno, non se ne avvede>>. Questa, che scivo– lando dal letto si volta indietro e si sofferma a coprire pietosamente i resti dl:ll suo morto compagno, non è solo l'Anima del protagonista: ma è anche, vivente fantasima, la forma dell'umanità del De Michelis, dalla quale nasce pure la forma della sua poesia. Scriveva lo Jacobsen a proposito di Niels Lyhne: « Un gran desi– derio di liberar·si da se stesso nel proprio lavoro, e per giorni e giorni può accadere che egli tenda tutto se medesimo in gioiosi titanici ,sforzi per impastar l'argilla del suo Adamo>>. L' Adarno del De Michelis dev'es– s~si formato così. Ma i risultati sono diversi : mentre il protagonista di Niels Lyhne si fa specchio alla esterna realtà, per modo che solo questa, alla fine, si vede, l'eroe del romanzo italiano si crea intorno la solitudine, mostrando specialmente e quasi esclusivamente se stesso. Guardate 11:l donne dell'autore danese. Una volta entrate nel campo vi– sivo cli Niels, e sia pure per estraniar,sene subito, permangono nel vostro ricordo con un risalto da figure di primo piano, come se tutto fosse in esse e per esse. Non così le donne del De Michelis. Lasciamo star Sonia, figuretta cli sfondo sebbene non oziosa. La Signorina (primo amore, fatto d'ammirazione e di distanza) e Anna, la Signora (passione consu– mata, con le sue febbri cli testa e la sua stanchezza delusa), balenano, per entro il libro, così inr1ecise di contorni, da ripensarle, a lettura finita, accessorie, mentre in effetto la vicenda del protagonista è, per due terzi almeno, in loro funzione. Romanzo lineare, Niels Lyhne; romanzo lineare, questo del De Mi– cheli,s: romanzi autobiografici l'uno e l'altro, in cui il doppio dell'au– tore è seguìto ùaJla prima fanciullezza giù giù fino alla morte. Se non che dice ancora lo Jacobsen cli Niel11Lyhne e del suo Adamo: « non gli riesce mai di formarlo secondo la propria imagine : non ha abbastanza tenacia, per resistere alla concentrazione di se stesso che sarebbe ne– cessa,ria >>. Il De Michelis, o l'eroe che si narra per lui, c'è riuscito. L'au– tobiogra,fia è cosi evid~te, che tutti, i quali conoscano l'autore, indi– vidueranno i casi della. sua vit.a, e provvederanno da sé a ravvivare aspetti di luoghi e volti di persone alquanto sbiaditi nel libro. Ma anche a leg– gere senza saper nulla del De Michelis, s'intuisce, in colui che ci si para dinanzi parlando in prima persona, l'alter ego di un autore, il quale ha saputo ricrearsi senza deformarsi. Forse per ciò, l'opera commuove così, specie chi p_ensi che lo scrittore, questa sua vita, l'ha narrata guar– dandola non dal punto, gioioso, di partenza, ma da quello del tristis– simo arrivo. - T11tto doveva essere dunque per questo! - vi dite chiu- B'blioteca Gino Bianco
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