Pègaso - anno II - n. 12 - dicembre 1930

'758 OMERO, Odissea . Non sempre benissimo : qualche volta il linguaggio è un po' teso, la nobiltà della sintassi è soverchia. Ma per lo p iù il ritm o di questa cri– tica appassionata corregge nell'impressione del lettore.la- freddezza della traduzione, che ha i pregi riconosciuti ma ind ebolisce il testo in molti modi e quasi ,sempre con la cadenza meC{;anica del verso: qualche volta anche, come osserva con estrema attenzione Valgimigli, con quelle frasi di tipo settecentesco che erano suggerite al Pindemonte dal suo senti– mentalismo e dalla sua educazione letteraria. ATTILIO l\1ol\fIGLIA'.':O. BENEDETTO CROCE, A.esthetioa in nuoe. - Napoli, 1929. Edizione fuori commercio. Il Croce fa ristampare a parte, in questo opuscolo, il testo italiano d'un articolo scritto per la 14• edizione dell' Enoyolopaedia Britannica: ·e offre cosi alla curiosità dei lettori una sorta di nuovo Breviario d' este– tica, più agile di quell'altro e più ricco di problemi pur nella sua brevità. Se infatti il Breviario del 1912 è anteriore a' più recenti saggi este– tici del Croce (tra i quali, notevolissimi, quelli sul carattere di totalità -dell'espressione artistica e sulla riforma della storiografia letteraria) e si limita quindi a riesporre, sia pure in forma più rapida e talora più perspicua, le conclusioni del primo e maggior trattato : questa A.esthe– tioa in nnoe invece s'arricchisce di tutte quelle più recenti speculazioni, dalle quali soltanto, secondo il parere dell'autore stesso, il carattere li- · rie.o e insieme universale dell'intuizione artistica e la concezione anti– ·sociologica della storia dell'arte, dottrine appena adombrate nella prima Estetica, sono state appieno determinate e chiarite. Pertanto consiglierei volentieri la lettura di queste poche lucidis– sime pagine a coloro (e son molti più che non si creda) i quali son ri– masti fermi alla trattazione sistematica del 1901 e sembra non si siano accorti ancora dei Nuovi saggi dopo dieci anni dalla pubblicazione del volume. E son poi quelli magari che, secondo un monotono ritornello, fan colpa al Croce del frammentismo della letteratura contemporanea; oppure, per un altro verso, lo rappresentano chiuso nella sua torre d'avo– rio, estraneo ai problemi critici suscitati dal vivo travaglio dell'a,rte di oggi. Costoro, leggendo questo nuovo libro, capirebbero forse anzitutto (]uanto sia lontana dal Croce quell'attitudine sistematica e definitiva che taluno gli attribuisce : egli dichiara infatti, fin da principio, che l'estetica, ben lungi dall'essere la definizione assoluta e rigida e com– piuta una volta per tutte d'un solo problema, è in realtà « la continua sistemazione, sempre :rinnovata e accresciuta, dei problemi ai quali, secondo i varii tempi, dà luogo la riflessione sull'arte». E veramente configura la sua trattazione in forma che non ha più nulla di sistema– tico o, che è lo stesso, d'astratto; ·ordinando i problemi secondo un pro– cesso logico, da cui è eliminato ogni residuo _dell'antica pedanteria filosofica. E chi J)Oi vuol vedere quanto profonda e intensa sia la partecipa- BibliotecaGino Bianco

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