Pègaso - anno II - n. 12 - dicembre 1930
756 M. O.A.'l'ALAN0, Vita di Ludovico Ario.çto f.f't. la questione per stancarlo. E ci riuscì, perché alla morte dell'Ariosto la causa iniziata nel 1519 non era ancora terminata! Dalle pagine del Ca– talano se Ippolito perde la fisionomia antipatica derivatagli dagli sfoghi ' . delle Satire, il duca Alfonso, che il Poeta elogiò continuamente, e~ce rn- vece ,sotto una luce sfavorevole, perché permettendo e forse ordmando quella usurpazione, aggravò ;non solo le condizioni economiche dell' Ario– sto, ma lo angustiò con le spese e le noie d'un processo' interminabile, che forse logorò le stanche fibre del Poeta; certo ebbe l'effetto di raf– freddare, almeno negli ultimi anni, i rapporti tra il Duca e lui. A questa freddezza il Catalano crede che si debba ricollegare il mancato intervento della Corte e del Duca alle esequie del povero Ludovico. La Corte seppe della sua morte due giorni dopo; tanta noncuranza dimostrava per il grande artista che pure sapeva da più mesi malato ! Si freme di santa bile nell'apprendere questi particolari. Utili per la esatta interpretazione delle Satire sono le notizie sui numerosi viaggi fatti dall'Ariosto per conto degli Estensi; buone le os– servazioni sugli amori, che rimangono però ancora oscuri, perché in questo campo il Poeta non volle confidenti neppure le poesie; ma si viene a sapere che la madre di Virginio era un'Orsolina Sassomarino, figlia di onesti operai; che prima di Alessandra Benucci cantò certe cortigiane francesi; che la Benucci, l'amore nel quale trovò ristoro il maturo Poeta, non può essere stata né la ispiratrice né la correttrice del poema: le ragioni che il Catalano adduce sono persuasive, al pari di quelle che porta per distruggere la leggenda cleUa incoronazione di Mantova, o per spiegare la probabile data del matrimonio con la Benucci .... Ottimo libro dunque, anche se l'aridità, delle notizie e della docu– mentazione ra,ffredda talora la vivacità della esposizione o qua e là smorza i colori del quadro storico. Qualcuno potrà rilevare che nella Conclu– sione il ritratto dell'uomo non balza nitido e completo, come sarebbe stato desiderabile, da un esame riassuntivo del suo carattere, dei suoi sentimenti, delle sue doti spirituali, sintesi delle copiose e preziose os– servazioni sparse nel poderoso volume. Ma anche con questo rilievo, l'im– portanza di questa Vita, ricostruita con a-ccurata diligenza e con pro– fondo acume, è somma, e nessuno che si accinga a tratta.re qualsiasi argomento ariostesco potrà trascurarla, neppure di quelli che dell'arte ariostesca vogliono afferra.re gli spiriti informatori, perc~é solo da una esatta conoscenza Llell'uomo si potrà muovere il passo sicuro per com– prendere l'artista. GIUSEPPE FATINI. Ol\rnr:o, Od-issea. Nella, traduzione di lPPOLI'ro PINDEMONTm, con note e analisi critiche di MANARA YALGIMIGLI.- Le Monnier, Firenze, 1930. L. 12. Se Valgimigli avesse avuto uno scopo meno modesto che quello di accompagnare ed illuminare il Lettore dell'Odissea, avrebbe potuto fa– cilmente ricavare daJle analisi critiche intese ad interpretare un canto ocl un gruppo di canti, un libretto sull'ade di questo poema. e certo una ·delle più attente valutazioni che abbi_a la storiografia lettera.ria greca. BibliotecaGino Bianco
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