Pègaso - anno II - n. 12 - dicembre 1930

M. CATALANO, Vita di Ludovico Ariu.~tu ecc. 753 distici, finora oscuri, del carme De dilversis amoribus, - accettando sùbito o poco dopo il capitanato di Canossa. La morte del padre, che lo lasciava impensatamente a capo di nove fratelli e sorelle, lo turbò, come ci ha tramandato una notissima satim, tanto da desiderare di morire; questo turbamento, messo di fronte alle compassate parole di dolore -contenute nell'ode scritta nella .funebre cir– costanza, sembrò _espresso, a diciassette anni di distanza, in forma piut– tosto eccessiva; oggi appare umanamente vero e naturale dacché venia– mo a sapere che l'eredità paterna importava all'inesperto capofamiglia il peso di una grossa lite in cui essa era impigliata. per certi diritti ac– campati su di una parte da frati, da monache e da un Tolomei; di più gli si sposò nell'aprile 1501 la sorella Laura, mettendolo in grave im– barazzo per il pagamento della dote. L'aiuto datogli dallo zto arciprete, l'omonimo Ludovico, che non gli fu av!:l>rO di prestiti per il mantenimento della famiglia, taluno la– sciato in dono, e le cure del fratello Gabriele per l'amministrazione do– mestica, gli permisero, presto, di procurarsi un ufficio militare, che fu il capitanato di Canossa, e di riacquistare facilmente la spensieratezza giovanile, che andava a godersi fra i parenti e gli amici negli ozi reggiani, lasciando spesso la solitudine della rocca, di cui si stancò presto. Nel– l'estate del 1503 forse aveva già rinunziato alla vita militare, quando nel settembre morì a,nche lo zio arciprete e gli venne così meno un valido aiuto per la fa.miglia. Dagli ozi giocondi della campagna reggiana fu costretto allora « a ritornare a Ferrara per cercare una occupazione. La trovò qualche tempo dopo, al servizio del -cardinale Ippolito, nelle cui grazie forse poté entrare, più che 1~ermerito clei suoi versi encomiastici, per la calda raccomandazione del cugino Pandolfo», allora cancellierr, del Cardinale. Mi sono, forse più del necessario, indugiato nel riferire, a larghi tratti, i punti fondamentali della vita del Poeta dal 1489 al 1503, -- il periodo più oscuro e intricato, - quali risultano dal volume del Cata– lano, perché chi ha una certa dimestichezza con la biografia ariostesca abbia facilmente un'idea,. della nuova luce sotto la quale si mum·e la ri– costruzione del Catalano stesso. La quale acquista un interesse anche maggiore quando, cogli stessi criteri di esattezza documentata, egli c'introduce nel mondo estense del Cardinale e del Duca, popolato di buffoni ~ cli vane.si , di procaccianti e di furbi adulatori, a petto dei quali messer Ludovico appare un ingenuo brontolone, che perde il suo tempo a sfogare i suoi ctucci cogli amici, mentre gli altri sanno scaltramente mettersi innanzi, facendo tesoro ora d'un opportuno silenzio, ora d'una parola adulatrice. Questo mondo. che da un bel libro del Bertoni (L' « Orlando Fnrioso >> e la Rinasoen<Za a Ferrara,- Modena, 1921), imparammo a conoscere come sfondo necessario a comprendere la formazione del poema, con le ricerche del Catalano serve principalmente a comprendere l'artista nella intimità, della sua vita di cortigiano che sogna e brama di ~ssere libero e indipendente, di amante che non vuole legami cli matrimonio, e, da ultimo, li accetta, di uomo che rampogna le miserie altrui, ma ha anch'egli qualche debolezza molto affine a quellB miserie. 48. - Ptuaso. BibliotecaGino Bianco

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