Pègaso - anno II - n. 12 - dicembre 1930
Ancora sulla nai,e di Nemi 749 discussa autorità,, e le notizie si riferiseono allo stesso CaJigola, per un fatto molto simile a quello che riscontriamo a Nemi: quindi meglio di così, archeologicamente parlando, non si potrebbe desiderare. Dice Suetonio, nella vita di questo imp,eratore, al cap. 19: « Egli escogitò un genere nuovo ed inaudito di spettacolo: tutto lo spazio che intercede fra le colline di Ba:ia e di Pozzuoli, che è di tre miglia e 600 passi (metri 5280) egli riun,ì mediante 1m ponte gettato su navi onerarie raccolte 11,1n po 1 dwppert11tto e disposte in d1te file, bene ormeg– giate cdn à,ncore. Al cli sopra egli formò ·un terrapieno e lo sistemò a so– miglianza della via Appia. Su questo ponte Caligola passò per due giorni da una parte all'altra del continente, il primo giorno sopra, un cava.no ric– camente bardato, portando in capo una corona di quercia, vestito con una clamide dorata, e armato di scudo e spada; il giorno dopo, in abito da auriga, sopra un carro tirato da due carnlli fra i più famosi (del circo), conducendo innanzi a sé il fanciullo Dario, ostaggio dei Parti, e accom– pagnato da una squadra di pr,e.toriani e dalla coorte dei suoi amici, mon– tati sopra carri da guerra>>. Il racconto che ci fa Dione Cassio dello stesso fatto è anc6ra più particolareggiato (cap. LIX, § 17 sg.): ((Caligola, stimando cosa cli nes– suna importanza essere trasportato sulh terra da un cocchio normale, pensò di andare a cavallo sull'acqua e per questo gettò un ponte in quella parte di mare che si trova fra Baia e Pozzuoli .... Per costruire questo ponte egli si servì in parte di navi già fatte e in parte ne fece fare, non esser1do sufficienti quelle che furono potute radunare lì per lì, non ostante che fossero intercettate tutte quelle che erano disponibili. Perciò ne nacque una grande ,carestia in tutta Italia e specialmente a Roma. Que,sto ponte non fu soltanto preparato per un semplice pas– saggio, ma vi f1trono eretti anche dei luoghi di riposo e degli alberghi pe1· ristorarsi, nei quali affiitivq, perfif/1,ol 1 acqita dolce (trasportata cioè , per mezzo cli una conduttura dalla terra). Sistemata ogni cosa,, egli in– dossò la corazza che appartenne già ad Alessandro ::VIagnoe sopra que– sta mi,se una clamide di seta, riccamente adorna con ricami d'oro e perle. Impugnò la, spada, imbracciò lo scudo e si mise in capo una corona di quercia. Quindi, compiuto il sacrificio a Nettuno e agli altri dèi.. .. salì sul ponte dalla parte cli Bafa., conducendo con sé parecchi cavalieri e parecchi fanti armati, e irruppe improvvisamente nella città di Poz– zuoli, come in un rampo nemico. Il giorno dopo, avendo destinato cli riposarsi, come se fosse stanco da una battaglia, ripassò sullo stesso ponte. sopra un cocchio, indossando una sopravveste intessuta d'oro, e contor– nato dai suoi cavalli, come usavano di fare i trionfatori, dallo stuolo degli amici, dall'esercito e da tutto il popolo. E poiché l'impresa era stata così grande e la vittoria così strepitosa, tenne anche un discorso sopra 1.m palco eretto nella metà del ponte, e dapprima vantò se stesso come se avesse compiuto chissà qmili gesta, quindi lodò i soldati per il pericolo a :ffronta.to e per la fatica, gloriandosi sopmttutto per il fatto rli aver percorso il mare ci piedi; infine ivi stesso cfo,tribui i premi ai soldati. Quindi sul medesimo palco, egli ed un certo numero di amici, q11asi fossero, stati sopm 1tn'isola qualsiasi, e i rimanenti ~twitati negli aL– berghi appositamente impia,ntati sulle navi, passarono il resto del giorno BibliotecaGino Bianco
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