Pègaso - anno II - n. 12 - dicembre 1930

) ANOORA SULLA NAVE DI NEMI. Nel fascicolo del 1° novembre della Nuova.Antologia il-Comandante Speziale ha scritto un lungo articolo per confutare la mia- tesi pub– blir.ata in questa stessa rivista, nel numero di ottobre scorso, e cioè che la nave stesse ferma, sald11mente ormeggiata alla riva e sostenesse un pesante edificio al di sopra, che da,gli elementi apparsi durante lo scavo si può identilicaJ.'e per nno stabilimento di bagni. Che questa mia idea trovasse oppositori era previsto e._datteso; si tratta di un'ipotesi in appa,renza troppo semplicista di fronte alla grandiosità indiscussa del monumento; ma, come i lettori potranno giudicare in base ai fatti po– sitivi, non è un semplice prodotto della- fantasia di poeta o di visio11/ista, come il Comandante Speziale erroneamente mi dipinge, bensì la conse– guenza logica dello studio del monumento, del luogo in cui si trova, e dell'uomo che lo fece costruire. E meno da visionario, infatti, immagi-· nare uno stabilimento di ba,gni, fondato sopra un galleggiante in forma di nave e adorno con tutta la, ricercatezza imperiale, che non un tran– satlantico· antico nel modesto specchio di Diana! Né il pensare ad uno stabilimento di bagni vuol dir~ diminuire l'importanza del monumento. Sappiamo _con quale lusso fossero ornate le terme antiche, pubbliche e private, specialmente nell'impero, tanto -che in ogni città e in ogni villa lf- termt erano gli edifici più grandiosi e più ricchi. Roma, Pompei e Villa, Adriana insegnino. A fianco dei bagni propriamente detti erano ninfei con statue spesso di greco scalpello, fontane foggiate in mille guise, sale di ritrovo, palestre con nobili colonnati marmorei, biblio– teche, ecc. Sicché, all'atto pratico, o stabilimento di bagni, o santuario della de.a faide, come pensa, il professor Antonielli, o semplice luogo di passatempi, per la nave come. nave, dal punto di vista marinaro, è la stessa cosa. Se mai, questi sono bisticci che rimangono fra noi archeologi C; che discuteremo in famiglia, fra buoni amici. Agli esperti di cose ma– rinare lasciamo interamente. di trattare la m.1vedal punto di vista tecnico– (' con la nave tutti quegli oggetti che abbiano attinenza col suo attrez– zamento. Ma, al di fuori di ogni discussione, un punto essenzia,le occorre bene– mettere a posto, sul quale il Comandante Speziale tace ostinatamente, e cioè il fa,tto che la nave era stabil1nente colleyata, alla, riva mediante un pontile d'imba,rco fissato a_idué estremi fino- dalla costruz·ione ori-– ginale. Non sono io il primo çhe dico questo : lo stesso professor Antonielli, nel suo volumetto intitolato: La prima nave imperiale del Lago di Nemi (Coll. « Istituto Luce», p. 5) ci informa : « lo scafo nemorense doveva, BibliotecaGino Bianco

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