Pègaso - anno II - n. 12 - dicembre 1930

742 A. Sorani ghesia regolata e decorosa, i milional'i, le sa_le da bagno f?rni~e · de~li ultimi ingredienti pratici ed igienici, i salom da, parrucchiere m stile pompeiano. Ma la sua caisa, piena di comodità recentissime, non è una casa· la sua città Zenith è riuscita a, tutto, ma anche a bandire la bel- ' ' ' . t lezza fuori del suo progredie.nte recinto e, a poco a poco, Babb1tt sen e, a.n'avvicinarsi del periodo critico della cinquantina, che la vita non gli dà le soddisfazioni che desidera, che, pur· avendo tutto, qualche cosa di impondembile gli manca; il suo individualismo, il suo desiderio di li– bertà e di rivolta si articolano nel profondo del suo essere, vincolato con ·mille ritorte a una meccanica regola quotidiana, a una società soffocata dai suoi pregiudizi e dalle sue ipocrisie. Lentamente, Babbitt si scioglie da qualcuno dei suoi impacci, predica il liberalismo, scivola nell'adul– terio; ma il dispregio in cui lo abbandona la società in cui prima è sem– pre stato tenuto in onore, il vuoto che sente formarsi intorno a lui, il pericolo in cui sta per incorrere la sua azienda, lo fanno rientrare nella regola di Zenith, lo riconducono all'ortodossia politica, sociale, religiosa e familiare. A malincuore, però; vi ritorna consapevole d'un sacrificio, cedendo a una violenza suprema. Si libereranno i suoi figli, in cui i tempi nuovi, le idee dal largo, i germogli d'una cultura non isterilita sul nascere, hanno già cominciato a fiorire. Nell'ultima pagina del romanzo, Babbitt, in un'esplosione di sincerità e d'intimo compiacimento per il suo rampollo, che ha avuto il coraggio di ammogliarsi di nascosto alla ragazza che gli piaceva, grida al figliuolo di continuare a fare il comodo suo nella vita, perché lui, Babbitt, ha fatto molte cose, ma non ne ha mai potuto fare una a suo vero talento .... Qualcuno si domanda perché Sinclair Lewis che in Main Street, in Babbitt e poi in Arrowsmith e in Elrner Gan.try ha istituito così sarcaistici processi all'americanismo non ci dica da che punto di vista egli si pone per erigersi a giudice sentenziatore. Il Lewis si pone semplicemente dal punto di vista d'un uomo il quale, non potendo soffrire il « babbittismo l~ cerretano, mercantile, falso religioso, ed avendo avuto in sorte una pro– digiosa facoltà di riassumere e rappresentare in tipi il nocumento ed anche il godimento che producono tanti mali, li ha voluti rappresenta;re p_erché una certa America, e un certo mondo anche non americano, vi si specchiassero. Perché chiedere al Lewis un.a fede estetica, un verbo po– litico, una filosofia-, personali? Ciò ch'egli pensa è insito nei suoi vm~ti ,atti d'accusa e d'altronde egli non la pretende a pensatore e a rifor– matore, ma solo a descrittore d'una società, e a romanziere di alcuni degli a,mbienti più curiosi e di alcuni dei tipi più deplorevoli e insieme più degni di compatimrnto e divertenti, in cui questa società vive che questa società rappresentano. ' Anche più certo è che Sinclair Lewis non è di coloro che consiglino agli americani di andare a cercar la cura dei loro mali nella vecchia Eu– ropa. Il suo ultimo romanzo, Dodsworth, vuol essere anzi la dimostra– zione della inutilità e del danno che presenta una imm~rsion'e nella civiltà europea per'gli americani ammalati di « babbittismo >). Il solido costrut– tor ~'a?tomobili Sam_Do?sworth che si decide a seguire la sua moglie capncc10sa e fantastica m una peregrinazione estetico-mondana nelle varie capitali e_uropee, corre il rischio di perdere non solo la moglie~ BibliotecaGino Bianco

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