Pègaso - anno II - n. 12 - dicembre 1930
\ La geografici trasportata al morale 735 modo :astratto di insegnare il latino tirann~giava le scuole già quando io entrai nel ginnasio, che era, se non erro, l'anno di Abba Carima. Io l'ho ricondotto una volta a certi grammatici tedeschi della prima metà del secolo XIX, d'ispirazione hegeliana, e più in su fino a Port Royal. Ma ritorniamo ai ragazzi. I quali p,er la natura di quell'età sareb– bero sitibondi di concretezza, ma nella scuola vengono dalla concretezza distolti cosi conseguentemente che si potrebbe parlar di sistema, se questa parola non involgesse in sé una chiarità cli consapevolezza, che qui manca. S'intende che molti si annoino nella scuola e se ne disa– morino; s'intende anche che i più vitali si ribellino: la maggior parte, naturalmente, cede, ma diviene indifferente. Nella quarta ginnasiale di una città di Toscana, che è anche centro agricolo, mi è avvenuto cli notare come nessuno degli scolari sapesse che cosa sia una bica e che cosa un covone. L'ignoranza non era soltanto della nomenclatura: quei ragazzi erano andati spesso in campagna, ma avevano disimparato il guardare. Al maestro, che era pure di origini contadine prossime ed evi– denti, non era mai venuto fatto cli parlare in scuola cli lavori campestri. Però egli aveva pubblicato un- volume cli versi, sciatti. Sarà lecito sperare che il rafforzamento della geografia, che è di– sciplina eminentemente concreta, ch'è vita, porti alfine concretezza nella scuola? È lecito, se chi sarà incaricato cli insegnare la geografia, saprà farlo con umiltà e con amore. Un mio maestro di quinta ginnasiale ci annunziò subito al principio dell'anno che la parte principale del pro– gramma cli quella classe, quanto alla geografia, consisteva nell'appren– dimento dell'elenco dei circondari, e durante tutto l'anno non badò in– fatti ad altro che a imprime1;celi nella memoria con l'aiuto di brutte strofette mnemoniche, riducendo così a nudi nomi che non dicevano nulla, divisioni amministrative che a chi le sa interrogare possono anche rivelare le loro ragioni, cioè almeno un certo aspetto della storia d'Italia. Male costui; ma malissimo anche quel maestro letterato di poc'anzi, dispregiatore, per letteratura, della geografia, il quale, quando io, più con le cattive che con le buone, lo costrinsi a fare una volta lui la lezione, non seppe dir altro sull' America se non che della flora erano caratteristiche le liane, della fauna i giaguari. Mentre egli par– lava, io non potevo fare a meno cli vedere con la fantasia le liane pen– dere giù in festoni dal ponte di Brooklyn e i giaguari passeggiarvi sopra per lungo e p_er largo. E sono convinto che anch'egli, se avesse avuto umiltà e amore, avrebbe saputo insegnare parecchio di più particolareg– giato e specie di più interessante. per gli scolari. A me venne un so– spetto, e gli chiesi donde quei ragazzi fossero : mi confessò di non sa– perlo; alla fine della quinta ginnasiale, dopo quasi due anni di convi– venza quotidiana, non si era curato di saperlo, né forse si era accorto ch'essi parlavano con accenti dialettali diversi: il ragazzo era per lui un'unità, a un dipresso così come il soldato è per un certo generale di A natole Frà.nce « l'outil tactique élémentaire ». Domandai in giro, ed ebbi la risposta a cui dovevo esser preparato in quella piccola città marina dove molti vengono di fuori e tutti viaggiano : una buona metà dei rag~2zi era nata all'estero, molti appunto nell'America del Nord; e molti dell'America ricordavano ancora parecchio, le grandi agglomera- BibliotecaGino Bianco
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