Pègaso - anno II - n. 12 - dicembre 1930

LA GEOGRAFIA TRASPORTATA AL MORALE. Su proposta del Ministro per l'Educazione Nazionale il Consiglio dei Ministri ha deliberato ;nella sessione di questo ottobre di rinforzare l'insegnamento della geografia nelle scuole medie. Il comunicato ufficiale non aggiunge partieolari; si sa solo che il numero totale delle ore setti– manali di lezione crescerà di un'ora in una sola classe del liceo. Un'ora è poco; ma, come sa chiunque abbia letto in questo Pègaso certi para– dossi didattici e li abbia capiti (qualche ragazzo di scuole medie, scrit– tore precoce di epistole a giornali politici, li avrà forse letti, in tran– sunto, ma capiti non li ha), anche di questo poco l'autore del presente articolo dovrebbe addolorarsi, perché un'()ra in più significa un'ora tolta alla lettura libera e a quella, ri.flessione di cui, se non si comincia presto, \ ri-es,cepoi difficile prendere l'a,bito e che egli considera operazione logica non inutile al viv·ere. Eppure non si addolora, perché quest'ora in più va in servigio della geografia. Io insegno da quindici anni greco e latino nell'Università di Fi– renze, e non sono anc6ra riuscito a convincer gli scolari (per lo più sono, purtroppo, signorfoe) che un testo storiografico, perché acquisti vita, perché abbia•, spesso, un significato, bisogna leggerlo con l'atlante di– nanzi agli occhi. Una volta che io avevo assegnato agli scolari la guerra annibalica in Livio e ne chiedevo conto all'esame, mi sono divertito a chiedere a tutti dove restasse Canne, e da tutti mi sono sentito rispon– dere: « In Alt'Italia ». Quelle signorine non mi hanno più tardi fatto mistero della loro sdegnata meraviglia, perché le avessi bocciate per aver risposto male a una sola domanda, e questa non riguardante il latino, senza riflette.re (la riflessione, come si è accennato, è per la parte mag– giore degli uom ini, comprese le donne, attività rara ed eccezionale) che quella sola risposta provava sufficientemente che esse Livio, se lo ave– vano letto, non lo aveva.no capito, proprio come quel certo ragazzo i miei Paradossi didattici. Parecchi anni sono io fui incaricato dal Ministero di ispezionare al– quanti ginnasi di Toscana: ho trovato regolarmente che il titolare di lettere non esponeva nulla di geografia, ma assegnava-ai ragazzi nel libro di testo un tratto da mandare a memoria. Uno di questi professori alle mie rimostranze rispose, e nella voce si sentiva l'orgoglio offeso: « Ma sa, io sono letterato». Queste parole mi sono rimaste impresse nella BibliotecaGino Bianco

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