Pègaso - anno II - n. 12 - dicembre 1930

Morte improvvisa 729 - E cosi che disgrazia, - incominciò la signora Olgiati avvian– do!'lipian,piano e senza parer di nulla verso il bitffet di cui si vedeva attraverso la porta ,aperta la tavola devastata oon pochi dolci in fondo ai piatti: - che terribile disgraziç1, .... Una signorina tanto fine, intelligente, giovane .... e lei, marchese, la conosceva da molto tempo? Il Pignotti era così stordito che senza neppur sapere quel che f.acesse s'era lasciato trascinare nel sa1ooe. Ma,quella domanda della padrona di casa gli fece capire che la donna aveva l'intenzione di disc1_1tere commentare prima di andare a dormire lo straordinario incidente della serata. Gli venne ad un tratto una voglia isterica di andarsene, di star so1o : - Mi dispiace, - disse in fretta-, - ona sono stanchissimo .... credo che sia meglio che io me !Ile vada. - Non vuol bere qualche cosa, - domandò la siglilora Olgiati, -– per rimettersi dall'emoz~ome ?... un liquore? - Niente, grazie, piuttosto, - egli esitò, - piuttosto vorrei da loro un favore .... che mi scusassero presso la principessa e la riac– compagnassero a casa, se potessero. - Si figuri, se possiamo .... col più grande piacere. Egli salutò allora la madre e la figlia, passò a rivestirsi nel ve– stibolo, quilildi usci dalla villa. Non se IIleaccorse nel giardino, ma appena fu fuori del Cillllcellovide che 1I1evicava-. Un tenue strato can– dido già rioopriva le pietre dei marciapiedi e l'asfalto della, strada, c'era un silenzio profondo, si scorgevaino nell'alone lumililo.so dei fanaJi i fiocchi di 1neveminuti ma fitti turbinare con una furia tacita e sorprende1Ute. Più lont-3Jilo,in fondo a.Ua strada, le tenebre della ,notte si disfacevano in urut, caduta appenà diagooale, molle, di mo– lecole bianche. - Ora nevicherà, - pensò salendo in fretta nell'au– tomobile, - tutta la motte .... e domani ci sa,rrurnno le solite allegrie delle città che non sono abituate alla neve : paJl~ di neve, fantocci di neve, commenti della servitù, del portiere .... - Si .sm.tivail cuore stretto da un senso di solitudine quale n•on aveva mai provato, le labbra gli tremavano, avrebbe voluto piangere. Mise in moto la mac– china e parti. ALBERTO MORAVIA. BibliotecaGino Bianco

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