Pègaso - anno II - n. 12 - dicembre 1930

728 A. Moravia o·nora Olofati mostrò alla vecchia la porta spalancata del salone e ~uel po' di pavimento che si vedeva, insudiciato e deserto: - Si stava appunto dando una festicciuola, - spiegò, - una festicciuola dli caMevale .... era allegrissima, b~llava, ad un certo punto .f'i ,è sentita male .. .. Erano giunti davanti la scala; la- principessa si fermò e la oon– siderò come un alpinista che guarda la strada che resta anoora da fare e dubita delle sue forze: - Bisogna salire al secondo piano? - domad1dò. - Sì, al secondo piano, se permette andrò avainti per gui– darla .... - Salirono dietro la signora Olgiati che ogni tanto si fermava e voltamdosi dava delle spiegazioni. Nell'amticamera la vecchia si disfece della pelliccia, che posò insieme con la mazza so– pra la tavola centrale. - Dov'è? - domandò. Una porta- era aperta, attraverso la quale si soorgeva illumiinato debolmente in fondo all'ombra della stanza il letto dalle colonne e dal baldacchino che il Pignotti aveva già veduto. Si indovNJ.ava, distesa sopra le coltri, la forma supina della morta, le oolornne ne nasco:ndevano la testa appoggiata sopra il guaJ1ciale. Ai piedi del letto, accovaociata sopra uno sgabello, del tutto immersa nell'om– bra, si intuiva una forma umana, la figlia della signora Olgiati. Al rumore delle voci ella voltò la testa, si alzò quNJ.di e con un passo· incerto, stordito e lento uscì illl,lla stanza e venne a str1ngersi al fianco di sua madre. La principessa la guardò oome se avesse voluto parlarle, guardò poi alla. port!li a,perta e senza dir parola andò a quel letto lontano e appena illuminato. Attraverso la porta aperta, quei tre dell'anti– camera la videro per più di un minuto considerare attentamente la morta, altissima e nera in quel poco lume, scuotendo og1ni tanto appena la testa un po' inclinata verso la spalla. C'era qualche cosa di d'eprecativo, come ~n rimprovel'o rassegnato, aspro e amar!limente commosso in questo suo atteggiamento. Pareva che ella dicesse alla morta: - Oh stupida, stordita ragazza!. .. ooco a che oosa ti ha por– tato disobbedirmi, fare la pazza, buttarti a quella tua vita sfre~ nata .... Ti ha portato a morire in •questo bel modo, su questo letto di questa signora Olgiati, fuori di casa tua, sola, tra gente estra– nea-.... - Stav-a ferma e dritta; ad un certo p-unto tese una mano probabilmente per ravviare Uilla ciocca di capelli scomposti sopra quel viso esanime, stett,e quindi ainc6ra un poco a guardlare, poi bru– scamente si voltò,. venne alla porta e senza dir parola, la chiuse. - Vuol restar sola, - disse la signora Olgiati, - è troppo giu– sto, amdiamo via. - Discesero la scala, entrarono macchinalmente nel salone. L'aria puzzava del fumo già freddo delle sigarette, do– vunque era disordine, sudicio, senso di vuoto. BibliotecaGino Bianco .

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