Pègaso - anno II - n. 12 - dicembre 1930
724 A. Moravia andarci direttamente? Scelse il secorndo partito e uscì. Incrociò quasi sulla soglia un uomo vestit,o di 1I1erocon una borsa di pelle i-ott•o il bra.ccio. - È il medico, - pensò, e ·aid! un tratto, con urna subitameità che lo sorprese e lo agghiacciò, per la prima volta, gli venne in mente che la fanciulla potesse essere in procinto di morire o già morta. Questa idea gli mise addosso un malessere amsioso e proforndo. Per la prima volta dal mòmernto ilil cui aveva udito dire che la fan– ciulla si era sentita male, il suo pensiero si spostò dalla sua, per– sooa,, dalla parte che poteva. avere in questa faccenda, dalla pietà che me provava, alla persona della fanciulla. Gli parve di accorgersi per la prima volta che la ragazza stava molto male, che una tale fine sarebbe stata irngiusta, che era irnfinitamente desiderabile ve– derla rirnvenire, sfuggire a questa morte lamentevole e immatura, non terminare la vita in un modo tanto crudelè, casuale e privo ~•og1ni conclusione o significato. Non ebbe del resto il tempo di app·rofondire questi suoi sentimernti. Si scosse alfine, attraversò il gia.rdino, sali nella sua automobile e partì. Sebbene IIlonci fosse mai stato, co1I1osceva l'indirizzo della pr~n– cipessa. Dopo dieci minuti di corsa nella notte illumirnata e popolata della città, si fermò in urna piazzetta buia, davanti UIIl portone di palazzo arntico. Nell'ombra della pia,zza luècicavarno più file di auto– mobili disposte in cerchio intorno la fo1I1tanacentrale, tutte le fine– stre del primo piano del palazzo erano illuminate. - Ci voleva a!Ilchequesto!, - egli pensò sirnceramente amrnoiato scendendo <'I.alla macchina edl entrando nel porto1I1e, - che la principessa avesse anche lei questa s era il suo ballo di carnevale .... Nolil mancava pro– prio che ques.to corntrattempo ! - Ma si accorse poi com sollievo che l'a,p pa,rtamen to dalle :firnestre illuminate apparteneva a certi conti G. che cornosceva di vista e nulla avevano a che fare coin la ·persona che cercava. Andò sul piarnerottolo buio e diaccio, all'uscio opposto a quello dei festaiuoli, e suonò il camparnel1o di una porta rnerastra che pareva spalmata di bitume. Aspettò cinque, dieci minuti, risuonò più volte, gli venne final– mente ad aprire con una faccia annoiata ed insolente, un servitore in giacca di fatica a righe gialle e 1I1ere: - E otto!, - disse con irrita,zione appena ebbe ved'uto la cravatta biamca e il colletto da sera del proprietario. - Lei ha sbagliato porta, questo è l'apparta– mento della principessa di V ... ; i conti G. abitano di fronte .... guardi, lì .... proprio quella porta i!Ilfaccia .... - .Ma io desidero appunto la pri!Ilcipessa, - disse con una subita irritazione il proprietario. L'uomo lo guardò CO!Il diffidenza : - La principessa n-OIIl riceve a quest'ora, - disse alfine: - la principessa a quest'ora dorme ... Ripassi domani. .. ; - e fece la mossa di richiudere l'uscio. Preso BibliotecaGino Bianco
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