Pègaso - anno II - n. 12 - dicembre 1930
722 A. Moravia con quel particoLare aspetto di devastazioo.e, di opacità e di squal– lore proprio dei luoghi dove molta gente s'è trovata riunita. Anche l'orchestra sul suo podio, cogli strumenti appoggiati alle sedie pa– reva essere stata abbandonata. Ma sulla soglia della porta per la quale si passava nella sala da pra!Ilzo, la folla degli invitati si pi– giava silenziosamente come se qualche cosa stesse accad~ndo in quell'altra stanza e bisognasse fare meno rumore che fosse possi - bile. I più bassi o i più lmta1I1i si rizzavalll.o sulle punte dei piedi e appoggia!Ildo le mani sulle spalle di chi stava davanti, e allungam.do il collo si sforzava!Ilo di buttMe un'occhiata nella stmz a gremita. ' . Voci sussurrate di « indietro, fatevi indietro)), serpeggiavano per questa moltitudine curiosa e impressiolllata, si udiva u111 tintinnio come di cucchiaio in un bicchiere. Dopo avere invano tentato di vedere qualche cosa, il Pignotti prese per il gomito una ragazza che al pari degli altri stava a guardare, e le chiese cosa fosse successo. - Una disgrazia, - rispose costei senza voltare la testa. - La signorina Sofia D. s'è sentita male ballando .... Pa,re che stia molto male .... IIlOnrespira più .... Hanno mandato a chiamare il medico .... - La signorina Sofia D., - esclamò il proprietario con un viso spaventato, - ma io la conosco .... prego .... per favore .... mi lascino passare .... io la conosco. - Questo fatto che la fanciulla colla quale s'era trovato pochi minuti prima nella stanza del secondo pia-no si fosse sentita male, forse fosse morente, gli :fece un'impressione ter– ribile, non capì sul momento neppur lui perché, come se egli fosse stato per qualche cosa in ques-to malore. Preso da una subita furia, facendosi largo a forza di gomiti, il proprietario riuscì ad attraver– sare la stanza da pranzo gremita di invitati, e a raggiungere il salottino dove la fanciulla era stata trasportata. Seduta su quello stesso divano sul quale ulil'ora prima aveva ve– duto illlsieme con là fainciulla fumare placidamoote il signore grasso dal sigaro, nel mezzo di un cerchio di persone consiglianti e spavein– tate, il Pignotti trovò la signora Olgiati che pur so:Stooeindosulle sue ginocchia il corpo inerte della svoouta, le andava passando snlla fr.oote una sua inutile pezzuola inti1I1ta nell'aceto. La testa della fanciulla era rovesciata e penzola!Ilte sul braccio robusto della donna, aveva gli occhi chiusi, la bocca semiaperta, delle ciocche di capelli castani •sopra le gua!Ilcie pallide come cera, e sia per l'alteri– gia dell'espressioo.e, sia perché le sopracciglia erano un po' corru– gate, pareva che riflettesse. Veramente mortale era poi l'abboo– dono del corpo d~l braccio penzolante, dal petto e dalle spalle co– strette malamoote e sostooute coo. evidente fatica dalla signora Olgiati. Quest'ultimru, che aveva un viso al tempo stesso approosivo e sicuro come di infermiera che sa il fatto suo, e pur bagnando col– l'aceto quella fr0111te se-ambiava parole di preoccupazione e di spe– ranza colle persone circostanti, appena vide il Pignotti cacciò un BibliotecaGino Bianco
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