Pègaso - anno II - n. 11 - novembre 1930
Claudia S89 zolla. S'indignò sapendo ch'egli pure sapeva. Ma rispose senz'ira. - No, n001insistere. È ingiusto, •è brutto chiedermi, ulila cosa oosì. Di che vivrei se mi viene a mancare anche quel po' di terra? Questa vecchia casa non rende nulla, lo sai; a,nzi ogni anno bisogna spe!Il– derci qualche ciosa per tenerla ilil piedi. Quello che alla morte del babbo è rimasto ÌIIl capitali, l'hai avuto tu. Livia s'è presa la casa ilil città. Io .... Non mi lagno, io, della parte che m'avete lasciata; ma bisog,na lasciarmela, mon pretendere di portarmi via tutto. Non sa-rebbe giusto. Né fu possibile ricava-re da lei parole differenti da quelle. Ripe– teva: - Non sarebbe giusto .... no1I1 ,sarebbe giusto .... - Poi sollevò verso il fratello la bella faccia da regilila, piena d'un'infimita tri– stezza che diventò quasi la oontrazione di un dolore nello sforzo di sorridere ; e disse : - Del resto uh po' di paziooza, Jacopo. N OIIl avra.i molto da aspettare. Appe1I1ame ne sarò andata io, vi' prerr;i.- der,ete tutto. · C'era am.che un terzo uomo in Jacopo, il quale faceva rare e brevi apparizioni respingendo indietr,o l'utopista ed il trafficante; né alcu[Il,O, ilil quel momento, avrebbe sentito in lui altro che pura, pal– pitamte bontà. Ed era bontà; ,solo che non durava. Durò il tempo occorroote a dirle : - Povera Claudia .... Povera cara Claudia .... E pietà affettuosa era ancora, (ma già vi si mescolava qualche altra cosa) mentre le diceva: - S.o, Claudia, quanto hai sofferto ·e quanto soffri. Credi tu che io mi sia lasciato ingannare come gli altri? ... Gli altri! A vedere questa Olaud'ia così dirit;ta, così attenta a tutto, una parola graziosa per tutti; un sorriso, c'era seriame1I1te da rimanere inga,n1I1ati. Bisogmava quasi ,dare ragione a quell'im– becille dli. Pesci quando ti definì la fata sere1I1acli casa nostra, il genio di queste antiche mura, la vestale rimaista a tener accesa la fiamma sacra nel focolare degli avi. E terminò il suo brindisi be– vendo alla salute di quella fata, di quel gooio, di quella vèstale, nel cui volt:o, diceva, tutti 1 avevamo potuto scorgere una luce di feli– cità ancora più splendida che nel volto degli sposi. ... Tu eri uscita, per fortuna, e non hai udito. - Avrei potuto udire. Frase più, frase meno .... - Avresti potuto udire. E sorridere magari. E venire ililcontro àll'avvoca-to Pesci con il tuo calice di sciampagna. E trattenerti dal gridare: imbecilli, non vedete che ,soffooo? Nolil :iJI1dovinate quel che è successo in questa casa? Successo che quello sposo era il mio sposo, capite, il mio .... E che me l'hanno rubato .... ,Mia sorella me l'ha rubato. - Non è vero! ,Sei pazzo! - gridò Claudia con uno stra,ppo di voce e raddrizzando il collo con tanta :fierezza, che Jacopo la guardò stupito come dubitando di ciò che sapeva. Ma ÌIIl UIIl istante finì l'orgoglio della povera donlila,, che ripiegò il viso tra- le palme e BibliotecaGino Bianco
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