Pègaso - anno II - n. 11 - novembre 1930

588 F. Chiesa facile come premere un bottone. La fiumruna della luce solare captata come il mugnafo s'impadronisce d'un ruscellino, a,sservita, impri– gionata, convertibile a piacimento in calore, moto, fecondità di campi, velocità di voli, merci, a,gi, prodigi. ... E milioni. · Parlava schiacciamdo la v,oce, che neppure le pareti udissero, accompagna1ndosi col sorriso dell'uomo superiore che illOn chiede applausi. Un Archimede, per molto meno, sarebbe balzato a correr nudo per le strade gridando: ho trovato. Egli no. S'accontentava di accennare le sue meravigliose .scoperte con quel moderafo sorriso e oon quei fiotti di fosforo che gli a,flìoravruno nel cerchio delle pu– pille. , Claudia sapeva, a memo:ria quei discorsi; e molte volte aveva, tentato di mettere le par-0le della sua delicata ragionevolezza attra– verso quelle fantasie. Le faceva paura vedere un uomo, un fra– tello, salire in cima, a un così mostruoso edifizio, ch·e ogni giorno di– v entava più alto, .sogno su sog1no, nebbia su nebbia. E .si provava a richiama.re in giù quel povero visionario prima che precipitasse. S 'era amche pr,ovata a dirgli: - Jacopo, hai una famiglia; non sei libero di gettare nelle tue imprese anche l'ultimo soldo ne0essario al prune. - Jacopo rispondeva oon quel suo bel sorriso: - Domaini i miei :figliuoli faranno invidia, ai principi ed ai re. _ D'un'altra cosa Claudia temeva: c'era in quell'uomo ossessio– nato dall'idea del mira0olo un secondo uomo, che sapeva discendere di ta111to i,n tamto dalle nubi e muoversi speditamente, COill quei due bastoni, nella follà degli uomini: amabile, insinuante, spregiudi– cato, inclinato a recare rnegli affari la stessa serenità e assenza di·. scrupoli, con cui, nelle cose dell'alta scienza, quell'altro J,ac,opo imbrogliava se stesso. E già in qualche -0ccasi-0ne quel seoondo uomo, quella specie di servo fedele e fa.ccoodiero che il visionario mamda,va giù tra le genti, aveva traccheggiato in modo da esporsi a rischi seri. Temeva Ola,udia che, Ulllavolta -0 l'altra, egli si met– tesse in qualche traffico da rnon poterne uscire con onore. IV. Quella sera, no. Non sentiva che la propria miseria. E lasciava ch'egli parlasse. Ma dovette pur uscire dalla sua dolorosa sonno– lenza quamdo Jacopo le prese una mamo, poi tutt'e due e non ces– sava di scuotere, di stringere. - Dunque, Claudia ? Sia.mo d'accord'o, vero ? Mi fai questo, pic– colo servizio. Chiedeva ch'ella gli desse il oonsenso d'inscrivere un'ipoteca sul podere di Fontanabella, to0eat-O a lei insieme colla casa paterna. Permettergli d'inscrivere un'ipoteca voleva dire, nessU111 dubbio, abbandonargli il foilldo, senza speranza di salvarne una fronda, una BibliotecaGino Bianco

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