Pègaso - anno II - n. 11 - novembre 1930

S. SOLMI, Il pensiero di Alain 635 dualismo, Alain sostituisce nel suo P.ensiero empirico e antisistematico fin che si vuole, ma vivo, - pensiero di mor~lista più che di filosofo - un oggetto al quale si possono certo muovere le obiezioni che desta ~gni dualismo più o meno accettato e riconosciuto ma che invano si tente– rebbe di porre in oblio: l'ordine esteriore c~n le sue limitazioni e le sue leggi che non ci è dato d'infrangere, la materia pesante e inanimata che costituisce il nostro stesso o,rganismo, la nostra naturalità di uomini vivi in carne e in ispirito. Mettendosi da questo punto di vista, che non è quello del vecchio determinismo p_erché la funzione dello spirito vi è concepita in senso attivo, come un principio di orcranizza,zione e di chia– rificazione che dà un senso e un valore anche aila materia bruta dei fenomeni, Alain nei suoi innumerevoli propos e nella serie di Les Idées et les Ages, tenta una vasta, e a dir vero affatto ideale e ,simbolica fi.sio– logia dell'attività umana nelle sue form~ più varie, dal costume alla re– ligione, dall'arte alla politica e alla sociologia. Quanto ci sia di origi– nale in questo pensiero, talvolta così antologico e sottile nel quale Pla– tone e Cartesio, Spinoza e Kant sembrano prender posto, e con essi i grandi moralisti francesi, accanto a Lagneau, a Lachelier e agli ultimi contingentisti, potranno dire soltanto i filosofi. A escludere che si tratti sostanzialmente di un fichtismo rammodernato, nel quale la natura costituisca soltanto una costruzione, un modo di pensare dello spirito, come è parso al Tilgher, pensa il Tilgher stesso quando rimprovera ad Alain « una certa fluttuazione tra idealismo critico e dogmaitismo deter– ministico, tra una posizione che della natura fa una costruzione dello spirito e una posizione, per cui la natura, con tutte le sue leggi pe– santi e inflessibili, è una realtà ferreamente esistente in se stessa» ; rilievo che mi pare esatto, anche se Alain adottando la forma aforistica del pro·pos e protestando di aborrire dallo spirito di sistema rifugga dal seguirci -sul terreno della pura speculazione, sul quale la sua filosofia non manca forse di precedenti. In sostanza, e tenuto conto del fatto che non si separa senza danno il pensiero di un moralista come Alain dalla forma occasionale che via via questo assume nei suoi sviluppi, diremmo col Solmi che Alain ha almen o come esigenza« sormontato il momento astrat. tamente idealistico, p.er cui il mondo reale non sarebbe che apparenza». In Alain l'accento cade sempre sulla nostra natura corporea, sul mec– canismo dell'immaginazione, la cartesiana folle du logis, larvale illusione turbinante a vuoto su se stessa qualora, non abbia solida presa su una realtà oggettiva. E Solmi segue lo sviluppo di questa intuizione attra– verso la selva di Les Idées et les Ages, dove « la profondità dello spirito è ricondotta. tutta alla superficie, al punto di contatto con la realtà esterna, a quella mobile impronta sulle cose che è tutta la nostra storia umana » · fino a Mars ou la guerre jugée, libro nel qual~ « la volontà di pa<;e è in.'tesa come superamento razionale ed eroico delle passio~i in ~n tenace ideale di giustizia», es~mpio di concetto sempre presente m Alam « per cui la ragione stessa della vita morale è da ricercarsi in una fon– damentale volontà negatrice e superatrice ». Fin qui l'opera di riassunto, di sintesi e d'inter~reta,zione,. de~la quale non abbiamo potuto offrire che ~ualch~ punto isolato=. difficile impresa nel caso di un Alain, e dal ,Solmi compiuta con molta sicurezza. BibliotecaGino Bianco

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