Pègaso - anno II - n. 11 - novembre 1930

S. SOLMI, Il pensiero di Alain 633 SERGIO SoLMI, U pensiero di Alain, a cura e spese di GIOVANNI ScHEJIWIL– LER. - Milano, 1930. L. 10. Fino a pochi mesi fa, a chi avesse chiesto testi e documenti intorno all'attività critica di Sergio Solmi non si potevàno indicare che brevi saggi, articoli, e, più sovente, r~censioni vere e proprie, sparsi in giornali e riviste e non anc6ra, forse per un senso di aristocratica scontentezza, raccolti in volume dall'autore. Insolito caso, e tanto più strano se si riflette che un'impronta unitaria assai spontanea e per– ciò più rassicurante non potrebbe mancare a una scelta di scritti critici del .Solmi: un'unità derivante dalla sicurezza e dalla genuinità di un temperamento fedele a se stesso. Tra i recenti scrittori di critica, Solmi non emerge soltanto per cultura e chiarezza di idee, - qualità che qualc_he altro giovane potrebbe dividere con lui; - emerge e direi che sta a sé per l'accentuata vibrazione interiore che porta nelle sue pagine di critica, per la ricca e non certo ostentata esperienza umana che si riflette in ogni suo lavoro, anche se di breve r.espiro. Esperienza : vale a dire qualche cosa di meglio delle sommarie e gratuite «esperienze» che sembrano costituire lo scarso retaggio della nostra modernità. Il Solmi ha vissuto e vive sul serio, in profondità, le esigenze più sottili del nostro tempo; e non ha perciò bisogno di amman– tarsi degli aspetti più brillanti e insieme più caduchi di cotesta sua at– tualità. Nelle sue pagine non c'è posto per drammi culturali d'occasione, né per crisi troppo capillari per essere serie; c'è invece largo posto per la poesia nella sua concretezza storica, deter:ininata in un tempo e in una forma espressiva, manifestazione di un'attività che è unica nella sua sorgente ma -sempre diversa nelle sue forme, e non consente perciò al critico che vuole riviverla di addormentarsi tra le coltri dell'abitudine. Critico, Solmi ha un metodo, ma non resta prigioniero del suo metodo. Curioso d'anime e acuto penetratore di questioni psicologiche, egli si ricorda a tempo opportuno che la psicologia è men che nulla se non è investita in forme oggettivamente durevoli; consapevole dell'organi– cità della poesia nelle sue forme supreme, egli si guarda bene dal porsi da quPsto punto di vista per accl'€ditare architetture scadute e mani po-• lazioni di scuola; sensibile alle oscure tendenze che fermentano nel nostro tempo egli non si crede per questo autorizzato a una ratifica fret– tolosa, e sia pure -a scopi documentarii, delle illusioni contemporanee. Con attitudini di questo genere non chiedetegli perciò d'infilare pagine brillanti e india,volate sui miti letterari dei nostri giorni : chie– detegli invece l'adesione sostenuta, l'illuminazione di un interno poetico nelle sue ragioni secrete, l'attenzione sempre desta al peso e alla verità della parola; e a,ttendetelo fiduciosi al redde rationem. La sua critica ha -sempre un punto d'arrivo, un risultato: non è un giuoco che si esau– risce in sé. Additiamo il presente volumetto su Alain a chi volesse accusarci di costruire sulla scorta di un'attività saltuaria e talora occasionale, una sorta di gratuito modello di critico nuovo, quando non addirittura un ritratto immaginario. Cl;le può significare l'incontro di un critico come il Solmi, nel quale non è certo passata invano la parte migliore Bibl'iotecaGino Bianco

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