Pègaso - anno II - n. 11 - novembre 1930

632 F. ToMBARI, La vita valdo e viceversa, in. cui sembra essere l'ambizione ma non il buon gusto del romanziere: « È bella la strada che dalla campagna vien giù al mercato, chiazzata dalla merda del bestiame .... >>.Di usdte del ge– nere il libro offre più di un esempio. Lasciamo stare. Già ho avuto occasione di dire, in questa stessa ri– vista, che in Tutta Frusaglia il decoratore era più forte del narratore. Qui il primo è in liquidazione, né spunta ancora il secondo. Paesaggi, e qualcuno I assai bello, ce ne sono quanti volete; figurine da arazzo, tra svolazzi e fiorami, ve n'hanno, del pari: isolate, diventano deliziose: « In quella appare Biagino. Reggeva in una mano due grosse oche, sul ba– stone, a spalla, un fagotto di buona polenta, un cavolo cappuccio, nelle tasche due bottiglie e un pecorino>>. Oppure: « Erano tutte vestite d'az– zurro le fanciulle, col grembiule che si usa a scuola, e, per terra, ascol– tavano il gramofono che -cantava sull'erba tenera>>. Ma dove sono gli attori, ma che consistenza ha l'azione? L'unico che' si vede è il prota– gonista, con l'interiorità che ormai gli conosciamo ; spavaldo non senza indulgenze al patetico, con una sensualità non più così selvaggia come in Tutta Frusaglia, ma in via di diventar decadente: « l'aria era calda, , il ramo pesante e 1'inglesina quasi ignuda, e io la- guatavo come un9 che ha famé. Aveva il kimono colorato di draghi e fiori di loto e si coprì la carne. Io la baciai sotto un fiore di loto>>. S'aggiunga quella gran sete di ricchezza, prima ancora che di gloria, e quell'insolentire, ch'è poi un protendersi, desideroso, alla vita elegante, sospettata ma non cono– sciuta. Il capitolo LVI ci fa assistere a un ricevimento. V'impariamo, per ('Sempio, che la principessa padrona di casa va « a complimentarsi con l'ambasciatrice di Germania per il nuovo colore dei suoi capelli>>. Altre impressioni del protagonista: « Quelle femmine seminude, quelle carni odorose, quelle vesti tenere, quei toni caldi, m'eccitarono i sensi come a un bufalo selvaggio l'ansata calda di una stalla di vacche>>. Di– nanzi a un gruppo di « fanciulle arrossite dagli sbuffi deZ riso•>> gli viene in mente una cosa su cui preferiamo sorvolare. Meglio per lui tornar a Frusaglia, dove ha l~sciato una signorina iehe gli vuol bene e muore tisica. Anche questa è una figura che non si riesce a vedere. Ma a sentirla parlare, si pensa a Miranda, a certe eroine del D'Annunzio, e alla ·Signora delle Camelie. « Conosci il nuovo romanzo della nostalgia? Ti piacerebbe morire ? Che pensi?>>. Ancora: « È come se avessi acceso un cero alla mia morte. Le mani però e gli occhi mi si son fatti più belli: guardameli: pare che abbian letto chissà che libri. Sono come chi convalescente guarda da dietro i vetri .... >>. La vicenda è .tutta li, nel motivo del giovane che pianta la fidan– ·zata, va pel mondo in cerca di liberi amori di fortuna e di gloria e reduce, deluso e pentito, al paese, la trova morta di· mal sottile. V~c– chio ,e logoro scampolo romantico, sfilacciantesi per entro il libro, ogni filo portato dal peso del suo campanellino o della sua stellina decorativa. PIERO NARDI. BibliotecaGino Bianco

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