Pègaso - anno II - n. 11 - novembre 1930

626 A. PAGLIARO, Sommario di linguistica arioeitropea sono verifica.re nel lessico di una lingua e cioè il mutamento di signifi– cato, la scomparsa di una certa quantità di parole fra una frase e l'al– tra, la crea,zione del nuovo sia mediante l'importazione da altri dominii linguistici, sia mediante composizione o suffissazione che è come dire me– diante nuove combinazioni del materiale di cui la lingua dispone. Non è questo il luogo di seguire l'indagine del Pagliaro e la, sobria e interes'– sante esemplificazione che egli dà delle due dottrine, richiamandoci so– pratutto al greco e al latino, e alle lingue romanze. Ma mette conto ri– levare alcuni punti che sono in contrasto con le vedute dominanti. Per quanto riguarda l'innovazione di significati, assai importante a me pare l'osservazione che le innovazioni partono generalmente da ambienti molto ristretti poiché solo in tali ambienti può un'innovazione. trovare imme– diata risonanza e quindi affermarsi, e che quel che si afferma non è in generale il significato proprio, il quale ha radici più profonde in quel– l'ambiente, ma il, significato metaforico che ha più vasto contenuto umano. Non meno importante è l'osservazione che il tema non è, nelle lin– gue arioeuropee, un'astrazione fatta dai grammatici ma è un elemento vivo nella coscienza di ogni parlante al pari del suffisso; e questa è la condizione che rende in ogni tempo la formazione dei composti. In tale conce1,ione del linguaggio e della disciplina che lo fa og– getto di studio, il Pagliaro organiz1,a il problema di una linguistica generale che si contrapponga alla linguistica storica, e l'altro, non meno interessante e arduo, dei rapporti fra linguistica· storica e filologia. Ma chi voglia saper di più su queste suggestive questioni prenda l'opera del Pagliaro e sarà facilmente accontentato. V'è in quest'opera un cosi mirabile contemperamento di riflessione e di dottrina, di pensiero e d'informazione, che la lettura di essa sarà certamente utiie e gradita, non soltanto agli studenti della scuola romana di filologia alla quale modestamente si rivolge. GOFFREDO CoPPOLA. E. A. RHEINHARDT, Vie d'Eleono"ra Duse. - Perrin, Paris, 1930. Fr. 15. Siamo dunque a questo: che, se vogliamo leggere il più compiuto studio sul Ruzzante, ossia sul più celebre fra gli attori italiani che ini– ziano, nel Rinascimento, il periodo quattro volte secolare del nostro pri– mato sc.enico, dobbiamo cercare il volume d'uno straniero, Alfred Mor– tier; e se vogliamo legger la più compiuta biografia dell'attrice grandissima che ahimè conclude quel periodo, tra la fine del secolo scorso e l'inizio del nostro, dobbiamo ancora cercare il libro d'uno straniero, questo di cui parliamo. Sulla Duse noi abbiamo, si, un vec– chio saggio del conte Primoli (Revue de Paris, 1° giugno 1897)', e il pre– zioso volume del Ras.i, e volumetti come quelli della Ferruggia e della Maz1,oni, e altri sparsi saggi; ma sono scritti che si riferiscono solo a una parte della sua vita, o espongono, anche troppo soggettivamente ricordi personali, di scrittori ch'ebbero più o meno lunga consuetudin; con lei. E abbiamo una diligente, amorosa e « oggettiva)) raccolta di documenti, nella grossa opera di C. Antona-Traversi, Eleonora Duse, BibliotecaGino Bianco

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