Pègaso - anno II - n. 11 - novembre 1930

PER MISTRAL, NEL STIO OENTENARIO 1 ). Per il. centenario mistraliano, un « félibre », Jules Véran, è tornato alla giovinezza del Poeta e ci ha dato un bel libro : bello non tanto per la novità delle cose che vi sono narrate, quanto per l'ari.a di familiare inti– mità che le avvolge e le accarezza. La storia di Mirèio: le :;iperanze che fioriscono attorno a lei a mano a mano che ella cresce nella tranquilla casa di Maiano : il suo primo ingresso in società, lontana dalla terra che la vide nascere, a Parigi, tra un festante coro di acclamazioni; su le quali predomina per imp,eto paterno la voce di Alfonso de Lamartine, il poeta che rivelò il Mistral a se .stesso e alla Francia .e al mondo. ,Sono pagine che si susseguono con l'abbandono narrativo di ùna novella. Nei punti salienti la citazione diretta, da carteggi inediti o mal noti, fa sentire la voce dei protagonisti e dissipa attorno a loro l'ingannevole ombra per mostrarceli in volto. Volontà di documentazione che è ricerca di umanità, ;non erudizione impersonale e astratta. Il libro completa i capitoli che intorno a Mirèio il Mistral scrisse nelle sue Memorie e li arricchisce di particolari nuovi. Con l'ammirante devozione di un'antica amicizia l'autore varca liberamente i limiti cb.e erano imposti al Poeta dalla sua naturale modestia e dal riguardoso silenzio eh.e serbò sempre per le sue cose più care. Dall'esposizione del Véran, materiata tutta di fatti concreti, qual– cosa balza fuori che supera il loro valore documentario .. Se ne illu– mina indirettamente la composizione di Mirèio e si chiarisce quel suo caratteristico oscillare tra la novella e il poema, tra l'idillio e l'epo– P.,ea,che ha lasciato e lasci.a tuttora in dubbio i critici delle definizioni retoriche e formali. Nell'ansiosa attesa dei« félibres » Mirèio rappresentò qualcosa di più che una semplice affermazione poetica nella disprezzata loro lingua materna; qualcosa di più che Li Margarideto, adunati a mazzo dal Roumaniho nel 1847, e che Li Prouvençalo, la prima raccolta antologica dei nuovi poeti apparsa quattro anni dopo. Mirèio doveva riu– scire l'individuazione della personalità storica e morale della Provenza entro l'unità della nazione ·francese. Doveva essere il poema: il poema epico della stirpe, « il libro nazionale della Provenza». Questa appas– sionata attesa, che ebbe la sua consacrazione solenne nelle eloquenti pagine del Lamartine, rispondeva all'ideologia letteraria e romantica delle nazionalità rinascenti: quella stessa che nel canto epico cercava 1 ) JULES VÉRAN, La jeunesse àe Fréàéric Mistral et la belle histoire àe « Mi- 1·eille ». :f::mile-Paul Frères, Parigi, 1930, 12 fr.; FRÉDÉRICMISTRAL, Dernière Prose d' Almanach. Traduction de PIERRE DEVOLUY. Grasset, Parigi, 1930. s. p. BibliotecaGino Bianco

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