Pègaso - anno II - n. 10 - ottobre 1930

-438 C. Tumiati s'urt3Jllo s'incrocialllo affalllllosi in quest'afa sotterranea, gettati -e,ome vittime nella bocea di treni fulminei che arriv8.1Ilo con un rombo di catadisma e con un rombo dilegua1I10nelle squassate vi- 1,cere della terra. Mandre sp,aventate, parossismo di formicaio im– pazzito se ulll piede ne ha scoovolto l'accesso. Io comprendo booissimo che in queste metrop-0.ii la goote abbia 1I1ecessità di far presto per avvicinarsi p iù rapidamen te alla casa, per non perdere U1I1 impegno o un guadagno, per nolll ritardare un piacere, ma non .posso rifiutarmi di considerare lo spettacolo della fretta come imdegno della nostra natura, artificioso- e quasi sempre inutile. Il meglio dell'animo uma!llo s'avvera lentamente. Il savio non s'affretta che ÌIIl rari momenti, l'artista ama la quiete racc'olta, lo scienziato si fa schiavo della pazienza., il filosofo mdugia -00me U1I1 orafo sulle sue esperienze e sui suoi pensieri, la voce del santo è pacata, lento il gesto dell'artigialllo e dell 'agricoltore. Ohi --corre sempre? I cùpidi e gli stolti. Ohe si vanta.no d'esser più felici perché rn. un'ora han goduto d.ieci affa,nn osi piace ri- illl luogo d'Ulll ,solo e riposato bene. :SPE'ITACOLI. Spettacoli per gli occhi. I rriovies sonori parlati colorati grid'ano ·i loro titoli e i loro interpreti dalle facciate luminose e dalle tettoie risplendenti. Alle porte dei teatri la folla elegante si riversa inces– ,s.amtemente da silenziose e massicce automobili. fu questo Eldorado .del cinema si ha veramente un'idea esatta della misura ra-ggiunta da quest'arte nuova. Dall'urlo.del ferito al sospiro d'amore il suono ,è tutt'uno col gesto e tale la resurrezione della vita che non siav– verte quasi l'inconsistenza, dell'immagine. Questi uommi discutono veramente, questa automobile precipita nel burrone fra schianti e grida di terrore, questa mitraglia esplode oon tremendi boati sul– l'urlo di oolonne impazzite. Arte compiuta e perfezione tecnica am– mirabili. Aggiungete, fra qualche aJimo, il rilievo e l'odore e 1I1ulla. vi rimarrà da desiderare dal punto _di vista rappresootativo. Ma ,qualcosa sarà perduto per sempre: .l'applauso. Edizioni sorpren– denti, queste films uccidono del teatro una oosa sola: la simpatia, H calore fra l'uomo vivo che ascolta e l'uomo vivo che immagina per il suo diletto. Esse isolano l'attore dal suo pubblico per dargli mi- 1iooi di spettatori, ne smaterializzamo l'opera, spesso l'arricchiscono, ma priv3Jllo l'artista e il pubblico di quell'intima, um3Jlla vibrazione, di quella 00Uaborazio1I1eche è complemento imponderabile d'ogni .spettacolo. Cordiale uma1I1ità d'altri tempi, delizioso scambio di .entusiasmi e di furori. In mezzo a questo ghiotto pubblico di muti .che ascolta questi attori incorporei penso con nostalgia ad un tea- Biblioteca Gino Bianco

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