Pègaso - anno II - n. 9 - settembre 1930
Il Carducci e il Marradi 279 ebbe agio, come il Ferrari, di soggiornare in Bologllla. Le sue vi– site al Maestro furono rare e brevi, se si eccettuino i due amii di Modena, -qurundo il Ma,rradi cedeva spesso alle preghiere di Seve– rino, il quale, qualche volta, 31Ildavadi pers001a a prewvare l'amico, per UIIlavisita al Maestro. D'altra parte, non si deve dimenticare che l'attività del -Marradi ern quasi esclusivamente poetica, men– tre il Carducci prediligeva i discepoli i quali 31Ilteponessero alle M: use i severi studi :filologici. Ohe confidenza non ci fosse, tra Enotrio e Labronio, si può chia– ramente ved'ere da UIIlalettera inviata da Siena, il 24 aprile 1892, a Gianni, il quale pr~tendeva una raccomandazione per il Carducci in favore di UIIlaterza pers61Ila. È un momento di umor nero per il poeta livornese. Dichiara senz'altro di no111 avere « alcullla autorità sull'animo del Carducci)); e aggiunge: I[o la certezza che sarebbe inutile affatto, perché so per tante prove che il Carducci non mi vede di buon occhio e che su lui non ci posso contare né punto né poco .... E poi dimmi la verità : ma dove ho io col Carducci l'intimità che sarebbe necessaria per poterlo ammettere a delle confidenze ? E incalzava : Ti ripeto che col Carducci io non posso nulla, e che non mi rispon– derebbe neppure (ne sono certissimo), come non mi ha mai risposto jn questi ultimi anni, neanche quando gli scrissi per cose urgentissime che riguardavano proprio me, a proposito (te ne ricorderai) del titolo di abi– litazione che il Ministero esigeva per darmi un Liceo. Infatti, senza il Martini, non avrei mai avuto un Liceo, mentre una parola del Car, ducci sarebbe bastata per farmelo avere assaj prima. E collltinua ·crescendo di tono e pigliandosela con molte altre persone: Ma, ripetiamo, è questo 1ID momento, fuggevole per for– tuna, di uggia e di cattivo umore, quale lllon manca ad alcun mor– tale, anche se godente appieno del favore di Apollo. Si può inoltre arguire dall'intonazione di tutta la lettera che il Marradi caricò un po' le tinte per sottrarsi a.Ua richiesta raccomandaziolile. Ulll anno prima, parlando col Marrenghi dei suoi critici recenti (Fleres, Casa,, Aldenh-over) ed annunziando lID imminente scritto del Nenciollli, Labronio concludeva: Vedremo : ma finora bisogna convenire che meglio di · tutti mi trattò il Carducci ! Ulllaccenno al Maestro siha pure in una lettera del 13 marzo 1894, da Massa, illl cui il Marradi parla d'elle sue Ballate moderne, edite iblioteca Gino Bianco
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