Pègaso - anno II - n. 8 - agosto 1930

OESARINO IN VAOANZA. Quando _Cesarino uscì di stazione, i fanali si accendevano l'uno dietro l'altro, inseguendosi sooza arrivarsi, come tanti giocolieri. Una fila di ~ooppiettii silenziòsi. Cesarino no111 aveva conoscenze al di là dei compagni e dei pr-0- fessori; e, tra la gente nuova, ci si rigirava male. ,Ma i oompagni non trovavano alcuna differenza 111el passaggio dagli affetti di casa alla rigidità <l:egliuffici. Alcuni, di rotte maniere, conoscevano le dimostrazioni, le gazzarre, le sassaiole e gli' appuntamenti oon le sartine ai giardini pubblici o all'uscita dei laboratori. Cesarino no. E i compagni sapevano far le berte ai professori e ritirarsi al mo– mento opportuno. Cesarino ci cascava sempre. 1111 compenso era il primo della classe. Quell'anno p~rò l'esoso, bilioso e intrattabile professor di fisica l'aveva fatto tornare a ottobre. La città, finora sbracciata e svento– lante, ~i riprendeva. _La gente cominciava a sneghettirsi. Lui solo a girar pei caffè con le dispense sgualcite, a gonfiarsi di bibite e di miscugli. Aveva bisogno di riposo e d'i distrazione. S'era fatto il vestito m1ovo con una punta di eccentricità a buon mercato, due o tre cravatte vistose, le scarpe un pochino troppo gialle, il cappello a ganzo, e poteva ora anche lui pretendere a qualche modesta av– ventur3.'.. Andò dunque, spedito dai suoi, in villeggiatura presso Verona dallo zio Saverio e dalla zia Berenice. Sul piazzale della stazione, sola, incappucciata su se stessa, buia, aspettava l'automobile degli zii. Cesarino si sentì battere sulla spalla da, U111a mano pesante. Riconobbe lo zio Saverio. Lo zio si all01I1tamòun poco per prender distanza, si bilamciò sulle gambe arcuate, da cavallerizzo, e lo squadrò. Era stato un aitante e bel– l'uomo, di abitudini monda«1e, di discreto successo, d'uno spirito pesante e ora a ri petizione (co me usamo fare i belli sulla via del declino), spaeoone, altoparlam.te , dalla galanteria, pretoosios3:moote inetta. Aveva fatto l'ufficiale d i cavalleria, camminava con impor– ta«1za e vestiva all'inglese con berretto a quadri, calZOIIlidi :flanella e guantOIIli alla moschettiera. Pioniere dell'automobilismo, te– neva sempre nel cortil~ del suo palazzo a Ver01I1a,una primitiva macchina a tre ruote: un'automobile che aveva partecipato più BibliotecaGino Bianco

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